DI CIRO ALESSANDRO SACCO

Pur tra i dubbi e i timori legati all’emergenza maltempo che sta flagellando la regione Emilia Romagna e soprattutto la Romagna, con i treni da sud e da est che venivano soppressi causa problemi meteo, l’edizione 2023 di Play si è svolta comunque con successo e gli organizzatori hanno dichiarato “il numero dei visitatori, in crescita rispetto allo scorso anno, quando erano stati 40.000 senza però fornire cifre specifiche. L’annuncio di avere superato la cifra di pubblico del 2022, malgrado il fattore maltempo, ha lasciato qualcuno abbastanza sorpreso ma nella giornata di sabato il pubblico era numeroso, attento ed appassionato come si può vedere anche dal fotoreportage di Infoludiche.

Le novità presenti, soprattutto nel campo del gioco da tavolo e dal sempre vivace gioco di ruolo, erano davvero molto numerose e avevano luogo anche dimostrazioni e prove di giochi che ancora debbono uscire (soprattutto nel campo del gioco di ruolo) come Il Tempo della Spada (da Acheron Games) e Drumkhora 2.0 (da MPE). Accanto alle presenze più ampie (gioco da tavolo, ruolo, miniature, carte collezionabili) vi erano anche i giochi della tradizione e ‘poveri’ però con una presenza più modesta e limitata al padiglione E, una nuova tensostruttura che ospitava in gran parte realtà non commerciali come Game Research Science Center, Centro Sportivo Italiano e Federludo. Non mancava una presenza limitata ma molto attiva dedicata al gioco di simulazione ‘cartaceo’ gestita dall’associazione Casus Belli e un importante editore polacco di wargames, Taktyka i Strategia, che proponeva la sua produzione e la sua rivista in lingua inglese dello stesso nome. Non sono mancate anche presentazioni di saggi sui giochi e sul gioco, un filone che negli ultimissimi anni sta conoscendo un certo fermento e uscite anche da editori importanti. Davvero effervescente anche il settore dei librogame, ma va ricordato che questa produzione resta concentrata in gran parte da microeditori ed editori ‘di settore’ mentre i tentativi di editori di varia (Armenia, Salani) non sono continuati. Questo commento non è assolutamente una critica alla qualità del prodotto, ma semplicemente una oggettiva constatazione che la platea di questi volumi si concentra tra i ‘vecchi’ lettori degli anni ’80.

La fiera è stata come sempre bene impostata e gestita, anche se devo registrare con rammarico l’assenza del da molti apprezzatissimo self service, spero caldamente ritorni il prossimo anno. Vorrei inoltre suggerire agli organizzatori di gestire in modo migliore il pubblico che arriva in treno per visitare Play: non sono stati predisposti autobus navetta dalla stazione e la sola linea che porta a Modena Fiere scarica le persone a oltre seicento metri dalla manifestazione. Inoltre, non ci sono cartelli o indicazioni da questa fermata alla fiera stessa né qualche vigile che si occupi di controllare il traffico per tutelare la sicurezza dei pedoni. Ho visto pochi visitatori usare il mezzo pubblico perché con ogni probabilità sono stati pochi coloro che hanno adoperato il treno, ma nel 2024 con un meteo migliore il flusso potrebbe essere ben più alto. Mi permetto quindi il consiglio di valutare la fattibilità di questi suggerimenti (in fondo solo per andare e tornare dalla stazione potevano passare tra i 60 e i 90 minuti, attese comprese).

Il responso del pubblico mi è sembrato comunque davvero molto buono e non ho notato particolari difficoltà nel sedersi e giocare. Molti editori disponevano di tavoli propri per le dimostrazioni ed alcuni particolarmente organizzati permettevano non solo di prenotare le demo ma di farlo on line. Ma non mancavano ampie aree di ‘gioco libero’ gestite da associazioni e gruppi creativi (alcuni in fase di playtest in vista di un progetto di finanziamento collettivo) che suscitavano un buon interesse. Dal punto di vista delle vendite, elemento di centrale importanza per ogni espositore (dall’editore artigianale ai colossi) ho avuto la sensazione (anche parlando con alcuni standisti) di vendite buone senza arrivare a punte di eccezionalità, con persone che spes so arrivavano già decise sul cosa acquistare (magari dopo una dimostrazione), un’oculatezza che è anche figlia della difficile situazione economica.

Le novità comunque erano letteralmente centinaia e inevitabilmente si cannibalizzavano tra di loro: l’effetto ‘ingorgo’ di Play e Lucca Comics & Games è ben noto e, passato ‘l’effetto pandemico’, gli editori di tutte le dimensioni sono tornati a proporre molte uscite proprio in quelle date. Per alcuni di loro, i più piccoli e gli ‘artigiani del gioco’ senza distribuzione e comunque non editori di mestiere, le fiere sono la sola occasione di promozione e spesso anche di vendita. Per gli editori più grandi si tratta di promuovere il proprio catalogo e i propri prodotti di punta al migliore pubblico che c’è, nella speranza che poi torni a casa e faccia giocare quanto acquistato, e non lasciare ovviamente spazi alla concorrenza. Personalmente sono convinto che questa strategia di concentrazione di uscite sia deleteria, a parte appunto per i microeditori, ma il mercato non pare condividere questa posizione.

Naturalmente non potevo lasciare la fiera a mani vuote e quindi ho acquistato Art & Arcana – La storia illustrata di Dungeons & Dragons, la versione vintage di Nel Vortice del Tempo (secondo librogame della collana Oltre L’Incubo), il gioco di ruolo per giovanissimi Young Unicorn Ninja Frenzy, il quickstart della prima versione del gioco di ruolo medievale Il Tempo della Spada (i giochi medievali mi attirano particolarmente), il modulo C’Eravamo Tanto Menati per l’ambientazione Brancalonia di Dungeons & Dragons quinta edizione, due avventure quasi vintage italiane per Dungeons & Dragons edizione 3.5, lo schermo per il gioco di ruolo preistorico Wurm e perfino una copia di Battletech Technical Readout 3050 (!). Dal punto di vista del collezionismo l’offerta era quanto mai limitata (solo due stand) e spesso con prezzi che mi facevano inarcare le sopracciglia, tuttavia con un po’ di pazienza qualcosa di interesse (non enorme) si poteva trovare.

Nel complesso comunque si è trattato di una visita molto piacevole e raccomando Play come la migliore manifestazione dedicata al gioco in Italia, nessuna esclusa. Se potete visitare un solo evento grande all’anno dedicato (anche) al gioco, caldeggio la visita di Play.