I personaggi a fumetti della Sergio Bonelli Editore hanno una piccola storia legata al gioco di ruolo: nel 1991 venne pubblicato, a cura della Das Production, il Gioco di Ruolo di Dylan Dog (uno dei primi, se non il primo, gioco di ruolo italiano bestseller) e successivamente il supplemento Martin Mystére – per entrambi editore Das Production. Successivamente fu Stratelibri a pubblicare nel 1994 l’ambientazione Nathan Never per Cyberpunk 2020, realizzata mettendo insieme pezzi di vari supplementi (ad esempio Maximum Metal) con una modestissima parte nuova dedicata all’ambientazione (questo non impedì all’autore di mettere orgogliosamente il suo nome in copertina quasi fosse creatore di tutto il materiale…): poi nulla fino al 2013 quando Wyrd Edizioni pubblica Dragonero – Il Gioco di Ruolo (oggi fuori produzione). Ad agosto di quest’anno, ammettiamo di scoprirlo con un po’ di ritardo, ha però fatto la sua apparizione un fumetto Il dado è tratto, in cui a essere protagonisti sono proprio i giochi di ruolo – più o meno…

Gli autori e il disegnatore della storia non sembrano avere le idee molto chiare… basta guardare l’aspetto del prototipo!

In questa storia il nostro eroe viene mandato dal suo editore alla “World Game Expo” per discutere con il creatore del gioco Martin Mystére e la maledizione della piramide perduta, un ‘gioco di ruolo’ basato sulle sue avventure. Dalla pagina che riproduciamo però sembra chiaro che questo gioco è un gioco da tavolo: notare la plancia di gioco, le carte, i dadi a sei facce… E che dire del game designer? Perfettamente rispondente allo stereotipo del nerd (maglietta di Star Wars o Marvel esclusa): panciuto, brizzolato, denti un po’ sporgenti, con gli occhiali e – si vedrà dopo – esperto di computer.

Incredibile che una persona ‘svagata’ come Angie riconosca il dodecaedro come ‘dado per giochi di ruolo’

Man mano che la storia procede Martin si ritroverà ad essere sbalzato, quasi fosse un personaggio, da una storia a un’altra e il catalizzatore degli eventi sarà un dodecaedro, un dado a dodici facce, ‘responsabile’ dei misteriosi fenomeni di cui l’eroe e i suoi coprotagonisti saranno vittime, un antico oggetto magico da poteri evidentemente misteriosi. Si tratta dell’elemento più azzeccato nella trattazione del medium in tutta la vicenda.

Il nostro Martin Mistére pare aver concluso che i giochi di ruolo sono pericolosi!

Alla fine tutto ritornerà alla normalità e il mistero sarà svelato. Martin però è stato scottato dalla sua esperienza e a fine storia dice di aver convinto l’autore a smettere di lavorare al suo gioco di ruolo e che di dadi non vuole più saperne, almeno per un po’. Il dado è tratto è una storia in cui gli autori e il disegnatore mostrano di non sapere quasi nulla di ciò che stanno descrivendo e la vicenda lascia decisamente a desiderare. Rappresenta una interessante curiosità, ma nulla più.