Mercoledì 18 luglio è stata presentata (scrive Lo Schermo) in una conferenza stampa l’edizione 2018 di Lucca Comics & Games, l’evento principe organizzato da Lucca Crea (la società ‘fieristica’ del comune di Lucca) dedicato a tutta la cultura nerd (o geek pop). Per quanto concerne il gioco, la manifestazione ha annunciato come ospiti Ian Livingstone (cofondatore della Games Workshop, co creatore della saga dei librogame Fighting Fantasy, una lunga carriera nel mondo del videogioco), il veterano Douglas Niles (ha creato molti giochi ed espansioni per Advanced Dungeons & Dragons e Dungeons & Dragons Classico e scritto molti romanzi fantasy e non solo), l’illustratore Todd Lockwood (ha lavorato a Dungeons & Dragons in varie incarnazioni, a Magic L’Adunanza e perfino al gioco di carte collezionabili per adulti XXXenophile) e l’autore Matt Leacock (creatore del super bestseller Pandemia/Pandemic e dei meno noti L’Isola Proibita Il Deserto Proibito), complice la scelta dell’Italia come sede della finale mondiale del campionato di Pandemia. Una novità dell’edizione 2018 della manifestazione, anche qui sulla scia di molte convention statunitensi, è l”introduzione di un biglietto VIP (ma chiamato meno controversialmente forse “biglietto level up”), come scrive Lucca In Diretta che permetterà un accesso saltando le code, un contatto diretto con gli ospiti di maggiore rilievo, assistenza telefonica… Nelle parole del direttore Emanuele Vietina: “Per soli 500 fan – continua Vietina – abbiamo pensato al level up ticket: (…) darà accesso a priorità come il ‘salta la fila’, aprirà ad esperienze uniche, ad una assistenza telefonica diretta, prenotazioni, prima fila ai grandi incontri e aperitivi con gli ospiti. Durante la presentazione del festival a Torino – conclude – abbiamo inoltre rafforzato le nostre partnership con Radio 2, con il Salone del libro di Torino e  con Feltrinelli”. Da notare che a essere speciale sarà anche la confezione perché il bigletto sarà “un badge in pelle, realizzato da Gabriele Stazzi, autore di tutte le lavorazioni in pelle dei Pirati dei Caraibi” – un’idea a cui le grandi convention statunitensi non sono (ancora?) arrivate.