Di Mirko Pellicioni

Nato a Bologna nel 1968, Mirko Pellicioni si diploma all’Accademia dei Belle Arti e dal 1995 nel mondo del fumetto come adattatore grafico per le maggiori case di fumetti italiane che importano manga. Nel 2001 inizia la sua collaborazione come grafico impaginatore per la 25 Edition e scrive il suo primo gioco di ruolo, GRUM (gioco di ruolo ufficiale dei manga). Collabora con diverse editori dl gioco di ruolo sempre in veste di grafico: Wild Boar Edizioni, Editori Folli, Coyote Press, Wyrd Edizioni, Alephtar Games. Nel 2006 produce il suo secondo gioco di ruolo, Vento Dell’Est Manga Fantasy . Fonda nel 2016 Kaizoku Press che porta in Italia Mutants & Masterminds. Nel 2019 fonda con Angelo Alvisi e Dario Ferrari l’associazione Fulcrum con la quale inizia la produzione della della seconda serie della rivista Rune. Infine nel 2020 fonda MPEdizioni che porta in Italia Dungeon Crawl Classics.

Eccomi qui tornato a casa e riposato a fare un breve resoconto su questa recentissima edizione di Lucca Comics & Games, manifestazione che ha dovuto saltare una edizione, nel 2020, a causa dell’emergenza Covid. Anche l’edizione 2021 però è stata segnata dall’emergenza sanitaria che ha costretto l’organizzazione a fare scelte, scelte a volte utili per non far saltare questa edizione, altre volte piuttosto discutibili tenendo conto di tutti i fattori che si sono sommati.

Quest’anno non partecipavo con alcuno stand: avendo la nostra casa editrice (MPEdizioni) un solo prodotto, Dungeon Crawl Classics, abbiamo scelto di evitare di partecipare viste le grosse problematiche accennate prima. Comunque MPEdizioni ha comunque presenziato con la presentazione di Dungeon Crawl Classics durante il seminario sui giochi Old School tenuto da me e Amos Pons (Mondiversi) domenica pomeriggio alla sala Ingellis, collocata nella saletta conferenze del San Luca Palace (Ex IndyPalace). Io e mia figlia quindi abbiamo approfittato per quattro giorni di relax, parlare con amici e colleghi, divertirci un pò e provare a goderci la fiera da ospiti.

Il primo giorno, venerdì, siamo arrivati nel pomeriggio non dovendo allestire nulla ma il nostro Dungeon Crawl Classics era presente sia nello stand del nostro distributore (Manicomix) che nello stand Mondiversi. Qui la prima sorpresa: la parte Games, sempre ospitata da più di un decennio nel padiglione Carducci, è stata sembrata in diverse location, un po’ lontane tra loro. Alla Cavallerizza lo spazio per il gioco di ruolo, affiancato da una piccola tensostruttura per il gioco da tavolo; al Real Collegio le associazioni, il gioco di ruolo giocato e i giochi di carte; infine, le Ruolimpiadi in una struttura sulle mura. Qui è emerso il primo problema, soprattutto per i nostri piedi: non era vicino alcun parcheggio (gratuito…) e tra una struttura e l’altra c’era da camminare parecchio. Si doveva camminare molto, anche solo per vedere tutto quello che sarebbe stato ospitato al vecchio padiglione Carducci. Le indicazioni inoltre non erano chiare. Così infatti per accontentare le esigenze di chi mi accompagnava (manga e comics), una vera odissea andare al Japan Palace (ospitato al Polo Fiere), ho dovuto rinunciare a fare un salto nella zona demo e tornei. In realtà avevamo deciso di andarci l’ultimo giorno ma arrivato il lunedì mattina con una pioggia tediosa ci hanno avvertiti che lo spazio era stato chiuso per motivi di ordine pubblico e per l’emergenza meteo. Mi sono tornati in mente i tempi dei fiumi che scorrevano sotto i tendoni di antica memoria attorno al palazzetto dello Sport!

Purtroppo il tempo non lo controlla nessuno e non posso quindi lamentarmene troppo. Tuttavia, avendo comunque il pass espositori, era necessario ogni mattina recarsi alla zona di controllo più vicina, far vedere pass espositori e contestualmente Green Pass, veniva quindi rilasciato un braccialetto (nel nostro caso espositori) per poter girare liberamente. Gli addetti, sempre gentili e assai impegnati a gestire molta gente, però si confondevano ogni mattina: nessuno sapeva ben come e cosa fare, un paio di volte ho rischiato di non entrare perché sprovvisto di timbro: perché i bracciali a metà mattina finivano regolarmente e si ripiegava, appunto, su un timbro. A volte nella confusione chiedevano il bracciale per entrare ma si aveva solo il timbro… o viceversa. Ho sentito di cortocircuiti ancora più bizzarri da altri colleghi, ma posso capire che sia una sfida gestire tante questioni assieme.

Comunque, l’edizione 2021 è stata una fiera in emergenza: gli addetti della sicurezza si sono veramente impegnati tanto per far funzionare il meccanismo anche se aleggiava una certa misura di confusione e nervosismo. Entrato il primo giorno alla Cavallerizza, struttura in solida muratura, ho avuto una ottima impressione: si trovavano vari editori (anche se sul sito ufficiale l’elenco degli espositori, pur previsto, non è poi stato pubblicato), ma il tutto però in una formula davvero dimessa, da – mi si perdoni il termine – fiera di provincia. Certamente non è ciò che ci si aspetterebbe dalla fiera di settore più importante del paese. Gli standisti con cui ho parlato erano tutti un po’ nervosi: il montaggio di alcuni stand non era completato, mi hanno raccontato, a meno di ventiquattro ore dall’apertura, in altri casi non erano stati assegnati correttamente i posti oppure avere il materiale era diventato una vera sfida. Una serie di problematiche organizzative insomma di non piccola entità, comprensibili visto che si trattava di una fiera organizzata in pochi mesi e in emergenza Covid. Ho riscontrato la stessa situazione per l’area dei giochi da tavolo, spazi altrettanto piccoli ma comunque decorosi: mancavano alcuni editori importanti e questo rattrista ma Asmodee, Red Glove, Oliphante 2, Giochi Uniti e Manicomix (per citarne alcuni) avevano una presenza, minima ma effettiva, con i loro giochi e mini aree demo. Lo spazio espositivo era però tutto in formato ridotto e sinceramente l’ho trovato insolito.

La sala Ingellis l’ho vista sabato mattina, volendo capire come fossero organizzati le conferenze, e devo ammettere di essere rimasto un po’ deluso. Sarà l’età, ma credo che l’aspetto culturale e degli incontri sia la differenza tra una mostra fatta di stand, belli finche si vuole ma comunque stand commerciali, e una vera fiera di settore. Mentre i Comics avevano spazi adeguati e importanti, per i Games la sede disponibile era decisamente modesta: davvero poco in tutto, dal numero di sedie in poi. Inoltre, gli organizzatori non avevano allestito alcun tipo di streaming e mi è parsa davvero deludente questa scelta: molti avrebbero seguito con piacere gli incontri online. So che nell’ambito dei Comics, ad esempio, qualche iniziativa del genere c’era, non capisco perché i Games non avessero nulla.

Ogni sezione di Lucca Comics & Games aveva certamente uno spazio per le dirette Twitch e altri social network, ma non avere le registrazioni delle conferenze mi è parso davvero un peccato. Inoltre non c’era un programma stampato: malgrado l’uso di un codice QR per accedere al sito, purtroppo il telefono cellulare non navigava bene, soprattutto in zona vicina alla sala Ingellis (vero ‘buco nero’ per la rete dei telefoni cellulari). Risultato: non si capiva alcunché su quanto fosse in programma a meno di non essersi preparati adeguatamente a casa. Questo è un peccato perché gli incontri, non solo il nostro dedicato all’Old School, erano tutti interessanti e di altissimo livello. Sono convinto che anche questa problematica sia stata causata dall’emergenza, spero davvero quindi che l’anno prossimo una situazione del genere non si ripeta. Comunque, da uomo tranquillo quale sono le conferenze e gli incontri me li sono goduti rimanendo in zona tutto il sabato!

Nel terzo giorno, domenica, spinti dalla esigenze nerd di mia figlia, ci siamo lanciati all’assalto del Japan Palace che l’organizzazione ha come dicevo scelto di collocare nel Polo Fiere o, meglio, mini Polo Fiere. Questa location non era lontanissima ma era necessario camminare per almeno trenta minuti a piedi: per ‘fortuna’ c’erano le navette, però troppo poche, troppo piccole e troppo affollate. Abbiamo sopportato un’attesa per andare al Polo Fiere di più di quarantacinque minuti: un delirio. Mi duole dirlo e non voglio fare polemica, ma sapendo che Lucca Comics & Games vedrà il Japan Palace preso d’assalto da giovani (senza auto!), tre navette ogni quindici minuti erano obiettivamente troppo poche. Inoltre, nessuna convenzione con taxi o mezzi pubblici comunali. Sinceramente, non condivido la scelta di questa location: se si sposta una parte della fiera a tale distanza si ha il dovere di gestire al meglio la logistica degli spostamenti del pubblico. Il discorso è lo stesso per il palazzetto dello Sport dove si trovavano le fumetterie con i fumetti vintage, la gadgettistica e (mistero per me) anche l’outlet di Giochi Uniti! Qui però il clima era sereno: ho rivisto vecchi amici illustratori, ho sfogliato storici numeri di fumetti che ancora devo prendere per completare le mie collezioni… Nell’insieme, quindi, il palazzetto dello Sport e il Japan Palace mi sono piaciuti: molto ben organizzati all’interno e ariosi. Poi ci siamo recati a vedere gli artisti del Games al lavoro nell’Area Performance della ex Chiesa dei Servi. Qui ho rivisto tante persone conosciute, le mostre erano ben organizzate: un peccato però la distanza di 1,6 chilometri dall’area ‘centrale’ dei Games – una distanza che trovo abbia avuto poco senso visto che le performance dei disegnatori erano sempre state un punto di forza del padiglione Carducci.

Alla fine della… fiera, scusate il gioco di parole, questa edizione di Lucca Comics & Games mi è piaciuta, un po’ meno il gran camminare da una location a un’altra e devo segnalare che lo sforzo di tutti si è sentito. Sono stati commessi errori, è evidente, e credo il settore Games avrebbe meritato più considerazione: certamente questo modo di collocarli non ha facilitato la fruizione da parte del pubblico. Nondimeno, facendo un ultimo giro per i saluti molti amici addetti ai lavori si sono detti complessivamente soddisfatti dei risultati e ne sono contento. Spero di poter presto rivedere spazi adeguati e regole meno stringenti causa Covid nel 2022 ed essere presente con uno stand MPEdizioni, magari insieme agli amici della rivista Rune.