DI CIRO ALESSANDRO SACCO

Il 23 e il 24 settembre di quest’anno si è svolta nel comune di Gradara l’edizione 2023 di… Gradara Ludens, un evento ludico iniziato nel 1991 che ha rappresentato per molti anni un importante punto di riferimento del mondo ludico italiano, non solo hobbistico. Ad esempio nel corso della prima edizione fu presentato il primo numero di Kaos, la più longeva rivista italiana dedicata al gioco di ruolo. Il Comune di Gradara ha deciso di far ripartire la manifestazione scegliendo un direttore artistico d’eccezione, uno dei fondatori di Lucca Games, Beniamino Sidoti e proprio a lui chiediamo un bilancio di questa prima nuova edizione.

Ciao Beniamino, grazie per esserti prestato a questa intervista. Per cominciare, come d’abitudine, presentati ai lettori che ancora non ti conoscessero: età, studi, interessi (gioco a parte) e qualsiasi altro elemento tu voglia condividere.

Ciao a tutte e tutti! Sono nato a Firenze nel 1970 e appartengo alla vecchia guardia del gioco di ruolo in Italia: ho fatto parte del gruppo della fanzine fiorentina SpellBook e poi dei fondatori di Lucca Games nel 1993, manifestazione che ho diretto fino al 2000. Nel 2002 e 2003 ho collaborato con Gradara Ludens, attività che ho ripreso nel 2022 e adesso come direttore artistico del Gradara Ludens Festival 2023. Oltre che organizzatore sono sempre stato anche autore e ricercatore sui giochi: lavoro come formatore e ho scritto diversi giochi e libri, ultimo dei quali il Dizionario dei giochi che ho firmato con Andrea Angiolino (Zanichelli, 2010; Unicopli, 2022). Sono anche un autore di libri per ragazzi e non, con circa sessanta pubblicazioni tradotte complessivamente in venti lingue.

Tu sei stato nominato direttore artistico di Gradara Ludens e quindi hai avuto un ruolo centrale nello svolgimento della manifestazione. Qual è il bilancio che il direttore artistico dà di questa prima edizione, dopo vent’anni dall’ultima? Ha rispettato le attese?

Chi è stato a Gradara il 23 e 24 settembre ha ritrovato, credo, gran parte dello spirito delle “vecchie” Gradara: una certa atmosfera rilassata, l’attenzione al gioco come fenomeno a tutto tondo, e ai suoi risvolti educativi. Abbiamo allestito oltre cento tavoli e postazioni di gioco in contemporanea, e abbiamo visto il paese affollarsi: speriamo che sia un buon segnale per altre edizioni sempre più variopinte, affollate e coinvolgenti!

Qual è stato il responso dei visitatori e degli addetti ai lavori alla nuova Gradara Ludens? C’è la possibilità che il numero editori presenti cresca rispetto a quello di quest’anno?

Tolte alcune piccole cose da limare, abbiamo raccolto ottimi riscontri! Sono davvero contento, e grato a tutti e tutte le persone e associazioni che hanno contribuito a ricreare un’atmosfera meravigliosa. Per quest’anno abbiamo adottato una formula particolare per gli editori: la presenza a invito – anziché vendere stand, abbiamo invitato tre editori diversi tra cui non ci sono significative sovrapposizioni: dVgiochi, Ludic e Sir Chester Cobblepot, che hanno contribuito con le dimostrazioni di novità e con eventi speciali. Mi piacerebbe rinnovare questo meccanismo “a invito”, senza così creare un doppione dei tanti eventi ludici che già esistono.

Quali sono stati i punti forti di Gradara Ludens 2023 e quali invece quelli su cui si deve ancora lavorare un po’?

I punti forti: una mostra formidabile, ancora aperta e che vi invito a visitare; la collaborazione con IdeaG, l’appuntamento degli inventori di giochi; la cerimonia del Premio Gradara Ludens, assegnato quest’anno a Antonio Brusa, Marco Malvaldi e Mirella Vicini. Ma anche lo spazio dato a tante realtà che fanno gioco in tanti modi diversi: dal gioco educativo di ReMidA Bologna ai giochi di strada di ZioLudovico di Matera, dal GiocoCirco di Pavia ai Trampolisti di Schieti, dagli interventi poetici di Antonio Catalano di Universi Sensibili (Asti) alle letture clownesche di Gloria “Scintilla” Noto da Empoli, dal Ludobus Parpignol di Firenze ai giochi di Testarlo… tante cose che si sono unite ai giochi da tavolo, ai giochi di ruolo, al modellismo ferroviario e alle molte associazioni del territorio.

Bisogna ancora lavorare per portare alcuni aspetti del gioco (penso al Carrom, ai giochi di carte, alle miniature, ma anche ai laboratori artistici e scientifici) e per sistemare alcune imperfezioni logistiche. Ci lavoreremo insieme all’amministrazione e a Gradara Innova, il fondamentale partner di questo festival!

Il panorama del gioco italiano, a livello di manifestazioni, è dominato da Play (ad aprile/maggio) e da Lucca Comics & Games (a ottobre/novembre): pensi che Gradara Ludens abbia il potenziale per proporsi come ‘terzo polo’ di attrattiva? E in cosa può e vuole essere diversa, se esiste questa volontà, dalle due manifestazioni che ho menzionato?

Lo speriamo! Gradara ha sempre avuto il pregio di dialogare in senso più ampio con tutto il mondo del gioco, anche a livello educativo e culturale. Pensiamo che possa essere sempre più un luogo di scambio e incontro tra attività e sperimentazioni, esplorando campi e pubblici nuovi: non solo un evento per gli “hard gamer” ma il posto dove confrontarsi e inventare sempre qualcosa di nuovo. Collaborando, ovviamente, anche con Lucca e Modena, i cui meriti sono sotto gli occhi di tutti!

Immagino che tu sia al lavoro per l’edizione 2024 della manifestazione: qualche anticipazione già possibile?

È ancora presto per parlarne: per ora stiamo ancora tirando il bilancio di questa edizione! Certo, dovremo farlo anche insieme alle riviste e a chi fa informazione ludica. Quindi, promesso, vi terremo informati!

Ancora grazie per il tuo tempo e auguri per il successo delle future edizioni.

Grazie a voi!