La statunitense Kickstarter resta la piattaforma di prima scelta per gli italiani che lanciano un progetto di finanziamento collettivo, a differenza di altri paesi (ad esempio Francia e Spagna) che hanno lanciato e sostenuto piattaforme di finanziamento proprie – in alcuni casi espansesi anche all’estero. Ma cresce da tempo il disagio nei confronti di progetti lanciati, finanziati e mai portati a termine (non solo nell’ambito del gioco in scatola) con amare conseguenze per i sottoscrittori visto che la piattaforma non riconosce alcuna responsabilità (pur prendendo una percentuale). Il sito francese Gus & Co rilancia un’inchiesta pubblicata dal sito della rivista finanziaria statunitense Fortune dove si scrive che “a causa dei meccanismi di Kickstarter, i progetti possono ottenere il finanziamento completo – e Kickstarter riceverà la sua parte – senza alcuna intenzione di essere mai lanciati. Alcuni utenti faranno anche piccoli impegni sulla piattaforma per testare le carte di credito rubate. Come appreso da Fortune, una stima interna stima che l’importo delle entrate derivanti da progetti fraudolenti raggiunga il 18%. Naturalmente Kickstarter ha smentito vigorosamente questa affermazione: “un portavoce ha negato la stima e ha affermato che la società ha implementato “ampie misure” per affrontare le frodi, inclusi nuovi software e processi di rilevamento”. Nondimeno, il problema esiste e le tutele nei confronti degli utenti rimasti a mani vuote davvero misere.