Il 31 ottobre è stato il primo dei cinque giorni di Lucca Comics & Games, la manifestazione ‘geek’ o ‘nerd’ più importante del mondo occidentale ed evento principe per il settore del gioco non elettronico (anche se Play sta compiendo grossi passi avanti come luogo in cui si presentano novità) con la proposta di centinaia di uscite tra giochi di ruolo, carte, tavolo e dadi. Non essendo noi presenti alla fiera al momento non possiamo scrivere nulla delle novità che più ci abbiano colpito (ma lo faremo certamente nei prossimi giorni), segnalando a chi fosse interessato la pagina apposita del sito della manifestazione e l’articolo di Anna Benedetto sul sito Tom’s Hardware per i giochi di ruolo. Scorrendo la stampa locale lucchese e sentendo i commenti di vari addetti ai lavori  si può dire che la prima giornata di fiera è scorsa senza intoppi significativi: il quotidiano La Nazione parla di circa 24mila visitatori paganti (non sorprendente essendo un giorno lavorativo e con un po’ di maltempo) che hanno affrontato le inevitabili code per entrare in città, parcheggiare ed entrare, senza contare il pubblico (probabilmente modesto il mercoledì) non pagante ma comunque presente. Naturalmente la città è stata di nuovo caratterizzata dall’apertura di numerosi negozi temporanei, malgrado i tentativi del comune di Lucca di rendere la loro esistenza la più difficile possibile: il sito Lucca In Diretta ne presenta una significativa carrellata anche se, come scrive il sito Gazzetta di Lucca, i controlli non sono mancati con sanzioni che in alcuni casi sono arrivate alla chiusura totale dell’attività non a norma. Non sono mancati modesti episodi di piccola criminalità, inevitabili in eventi di tali dimensioni, e uno non certamente di modesta dimensione: uno stand che vendeva prodotti legati alla cannabis (una categoria merceologica che ci ha molto sorpreso essere presente a Lucca Comics & Games) è stato svuotato nella notte, scrive il quotidiano Il Tirreno, con un danno che i proprietari valutano in 130mila euro. E neppure sono mancate, nuovamente, polemiche e lamentele per le paghe dei ragazzi, i cosiddetti ‘felpati’, assunti da Lucca Crea (la società che organizza la fiera), che sono diventate (dopo l’abolizione dei voucher) di 4,60 euro all’ora. Il sito Lucca In Diretta presenta chiaramente un quadro di una certa amarezza da parte di almeno parte degli interessati, quella per cui si tratta di un lavoro e non una festa. Tuttavia, come l’articolo riconosce, il problema non è legato a scelte di Lucca Crea che, per forza di cose, deve seguire le norme vigenti in materia di lavoro e ha cercato le massime tutele possibili per le ragazze e i ragazzi interessati. Citiamo dall’articolo: “la società ha ottenuto così anche la massima tutela dei ragazzi e delle ragazze, imponendo che tutto il personale dell’appaltatore debba essere assunto con regolare contratto di lavoro subordinato e con il puntuale versamento dei contributi e premi all’Inps ed all’Inail. Paga più bassa, quindi, ma un vero contratto e un’assicurazione privata con risarcimento di tutti gli eventuali danni. Ma, a quanto pare, forse anche per colpa di un duro confronto con le passate edizioni, non basta”.