DI CIRO ALESSANDRO SACCO

GLI ANTESIGNANI

L’interesse nei confronti di Lucca Comics & Games (LC&G) è sempre più grande man mano che questa fiera diviene più vasta e popolare (everybody loves a winner si dice in inglese…) e questo si vede anche in un rinnovato interesse nel campo della saggistica. Dopo il pionieristico Lucca Tredici (1980) e Lucca Città del Fumetto I 40 Ruggenti (2006) nulla si era visto a livello di libri (molto invece era stato ed è scritto in fanzine, riviste, siti, blog…) fino al 2020. In quell’anno infatti viene pubblicato il non esaltante Lucca Comics & Games – Storie e immagini del festival della cultura pop che viene promosso con impegno da Lucca Crea e che quindi potremmo considerare per molti aspetti un testo ‘ufficioso’. Questo libro non sembra aver goduto di molto successo. Ma, a sorpresa, poco prima della partenza di LC&G 2022 arriva la notizia di un nuovo libro, Lucca Comics Story, scritto da Massimo Di Grazia (un funzionario che ha coperto vari incarichi legati a LC&G sia all’interno del comune di Lucca sia nella stessa società) e pubblicato da NPE (editore con a catalogo saggistica di alto livello come Eccetto Topolino e la nuova versione de I Disney Italiani). Le premesse quindi sembravano ottime per una storia ricca di dietro le quinte e che getti luce anche su aspetti ‘scomodi’.

IL LIBRO

Lucca Comics Story è un libro in bianco e nero di 144 pagine con alette diviso in tredici capitoli principali (da “L’inizio” ad “A Riveder Le Stelle”) più Conclusioni, Appendice, Bibliografia, Ringraziamenti e “poster di tutte le edizioni di Lucca Comics & Games ” (dal 2000 in poi). Le pagine da 41 a 50 sono occupate da una prima serie di fotografie, legate a personaggi e luoghi delle ‘prime’ Lucca Comics, mentre da pagina 98 a pagina 112 sono ospitate una serie di fotografie che riguardano le edizioni più recenti. La qualità di stampa e riproduzione delle immagini è media e la carta è a sua volta di qualità media.

LA COPERTINA

Per immagine di copertina è stata scelta una… fila di aspiranti visitatori che molto probabilmente attendono di entrare in uno dei padiglioni di piazza Napoleone. E’ una immagine davvero rappresentativa dell’esperienza LC&G per la quasi totalità dei frequentatori (esclusi ospiti, VIP e membri dell’organizzazione). Non è una ‘bella’ immagine, ma se l’intenzione è quella di ‘riassumere’ LC&G in una foto la trovo estremamente efficace e valida. Complimenti.

I TESTI

Come scritto prima, Massimo Di Grazia è stato per decenni funzionario del Comune di Lucca e successivamente ha coperto vari ruoli all’interno di Lucca Comics & Games srl (arrivando a quello di presidente) – una posizione ideale per osservare e poi narrare la storia di questo grande evento della cultura pop e, nel caso, rivelare retroscena poco o nulla noti al grande pubblico. L’autore ripercorre quindi la storia di Lucca Comics dal suo arrivo in città, ma chi si aspettasse grandi rivelazioni e segreti svelati resterà deluso: la scelta è quella di una narrazione puntuale, a volte perfino puntigliosa (quanti sono interessati a sapere il nome dello studio notarile dove si firma l’atto di nascita di Lucca Crea srl?) ma sempre ‘istituzionale’ e scevra da ‘polemiche’ (a parte un timidissimo accenno alla questione dei padiglioni ‘chiusi per rischio neve’). I temi potenzialmente controversi vengono quindi trattati seguendo questa scelta: ad esempio, la delicatissima e tormentata separazione tra Comune di Lucca, Ente Max Massimino Garnier, associazione Immagine e Rinaldo Traini dopo Lucca Comics XIX viene rappresentata come un evento tranquillo e consensuale, con tanto di citazioni dello stesso Traini. La realtà è stata purtroppo ben diversa, come scrisse lo stesso Traini in un intervento ancora leggibile in rete e da cui Di Grazia trae le sue citazioni evitando però quelle accusatorie. Una citazione esemplificativa dei rapporti tra Comune e lo stesso Traini, ovviamente assente dal libro: “L’intervento del Presidente (dell’Ente Max Massimino Garnier N.d.A.), conciliante e suadente, ma anche evasivo mi confermò che nella sostanza le intenzioni dei vertici dell’Ente andavano nella direzione di trasformare il Salone in una Mostra Mercato. Ero preparato a questa nuova realtà, che avevo già previsto, messo sull’avviso da tanti segnali e dagli sguardi e gli ammiccamenti di quelli che non facevano mistero del convincimento che se si voleva dare una svolta decisamente mercantile alla manifestazione era opportuno liberarsi di Traini e successivamente di Immagine”. Si tratta di una scelta che si nota anche per altre questioni come l’abbandono di Luca Boschi da direttore culturale, le presenze e interferenze della politica nella gestione e della fiera e della società organizzatrice, i concorsi per le assunzioni nella società organizzatrice… I retroscena promessi sono quindi aneddoti innocui, simpatici ma che non gettano vera luce sulla storia ‘segreta’ di LC&G (che riempie molte discussioni tra addetti ai lavori e assai di rado emerge in superficie). Altro punto dolente da segnalare sono gli svarioni del testo e ne indico un paio: Di Grazia definisce Don Rosa “creatore di Paperon de’ Paperoni” (errore colossale visto che il creatore dello Zione è Carl Barks), il secondo è aver ribattezzato l’artista Ciruelo, al secolo Gustavo Cabral, in Guido Cabral. Bisogna ricordare che Massimo Di Grazia non è un addetto ai lavori del fumetto e il suo ruolo in LC&G è stato quello del funzionario e dell’amministratore, quindi tali errori possono verificarsi in fase di stesura e sarebbe compito di un bravo supervisore/redattore individuarli e correggerli. Grave quindi che NPE con il suo staff non se ne sia accorto e abbia provveduto a correggere questi errori. Senza contare la possibilità di altri errori che, per mia insufficiente competenza, non abbia notato.

LE IMMAGINI

Le fotografie pubblicate da pagina 41 a 50 sono molto interessanti (non tutte allo stesso livello) perché spesso è assai difficile vedere immagini ‘vecchie’ delle manifestazioni di pop culture: si vedono luoghi, personaggi, premiazioni e mostre. Molto più modesto il mio apprezzamento per le fotografie da pagina 98 a pagina 112 che si riferiscono alle edizioni più recenti e sono dominate dal cosplay e dalla folla, con occasionali foto (peraltro recentissima) di qualche personaggio più o meno interessante. C’è perfino con una foto dei vertici di Lucca Crea srl nel 2019! Si tratta di immagini visibili in una quantità di sedi e non hanno alcun interesse ‘storico’ : meglio sarebbe stato creare un capitolo a parte che mostrasse la maggiore quantità possibili di fotografie delle ‘vecchie’ edizioni di LC&G (ante 2000) che ora riposano serene nella Volta di Lucca Crea srl. Per dare un’idea di cosa potrebbe riposare negli archivi basta guardare, per chi lo possiede, il Calendario commemorativo di LC&G 2003 che ne pubblica alcune. Infine le pagine da123 a 143 riportano i poster delle edizioni di LC&G dal 2000 al 2019: quale sia l’interesse di vedere questi poster stampati in bianco e nero e piccolo formato, quando sono visibili in Rete (compreso il sito istituzionale della manifestazione) a colori e in vari formati, mi sfugge a meno che l’intenzione non fosse riempire una ventina di pagine.

GIUDIZIO COMPLESSIVO

Lucca Comics Story è un libro deludente e che non consiglio. Non lo consiglio perché ha avuto una cura editoriale scarsa, testimoni errori clamorosi come quello su Don Rosa; non lo consiglio perché è una storia se non ufficiale quantomeno ufficiosa mentre mi sarei atteso qualcosa di più profondo e illuminante da chi è stato ‘dentro’ la macchina organizzativa per così tanti anni; non lo consiglio perché troppe pagine sono state riempite con immagini senza interesse (folla in centro, cosplayer, poster). Non è un libro privo di interesse, al contrario, soprattutto nella narrazione delle prime edizioni, ma secondo me è solo l’ombra di ciò che avrebbe potuto essere.