L’edizione statunitense della rivista Wired ha dedicato un lungo articolo alle condizioni di lavoro nel settore del gioco di ruolo da tavolo statunitense, forse motivato dalla notizia che decine di dipendenti Paizo (editore dei giochi di ruolo Pathfinder e Starfinder) hanno creato un sindacato interno. Il ritratto che viene tracciato nell’articolo è decisamente impietoso: turni di lavoro massacranti, paghe basse (talvolta insufficienti, come dicono alcuni dipendenti Paizo), enorme uso dei freelancer che vengono pagati a cottimo, minimale diversità nel luogo di lavoro (con scarsa presenza di donne e minoranze).

L’articolo ad esempio cita una ex dipendente Paizo che affermerebbe di aver “lavorato fino alle 22:00 il venerdì e nei fine settimana per gran parte del suo impiego pluriennale” mentre un dipendente (anonimo) della Wizards of the Coast avrebbe detto che essere assunti sembrava “vincere alla lotteria” ma dopo anni di lunghi orari e poca paga l’opinione iniziale si è rivelata “ingenua”. Molti degli intervistati affermano che i datori di lavoro sembrano ogni tanto pensare che l’opportunità di lavorare nel settore sia in sé una ricompensa e quindi sia necessario accettare paghe basse, in altri casi si giustificano salari ritenuti scarsi (se non insufficienti) con una marginalità molto bassa.

Altri infine, ad esempio Orion Black, hanno accusato le aziende di settore (inclusa la Wizards of the Coast) di aver assunto persone di colore o di sesso femminile solo per poter dare una superficiale impressione di diversità, senza però voler cambiare la cultura aziendale accettando i loro input o i punti di vista presenti nei prodotti realizzati. Non mancano perfino accuse di molestie sessuali, specie alle convention, e di comportamenti aggressivi e offensivi: Vic Wertz, cofondatore della Paizo insieme a Lisa Stevens e Chief Techincal Officer “occasionalmente urlava contro i dipendenti a porte chiuse” avrebbero detto tre ex dipendenti dell’azienda, Saremmo insomma ben lontani, scrive Wired, da lavori “fantastici”.