Una fiera che cresce: cresce come spazi, da due a tre padiglioni (A, B e C); cresce come tempi, da due a tre giorni (il ‘temutissimo’ venerdì); cresce come affluenza di pubblico, dichiarato nel 2018 come di 40mila persone; cresce, come iniziative, con il lancio dell’evento per addetti ai lavori PlayTrade e il potenziamento della parte ‘culturale’; insomma, Crescita. Questo potrebbe essere il più efficace riassunto dell’edizione 2018 di Play – Festival Del Gioco, confermatosi e rafforzatosi come l’evento principe del gioco in Italia e certamente quello che, a differenza di Lucca Games, gode di una sede degna di questo nome: un complesso fieristico facilmente accessibile (vicino all’uscita dell’autostrada), di ottimo livello, ben gestito come pulizia e servizi interni adeguati.

Ho partecipato alla fiera solo nella giornata di sabato quindi questo reportage si basa in gran parte su quanto visto, sentito e discusso in un giorno, mentre il resto arriva da conversazioni con addetti ai lavori e ‘semplici’ visitatori. La prima impressione che c’è stata, unitamente al senso di crescita di cui scritto prima, è una confermata e forse migliorata vivibilità dell’evento, complice probabilmente l’allargamento della manifestazione al venerdì e lo spazio più ampio: la folla era numerosa, ma mai opprimente; gli spazi pieni, ma non invivibili; la possibilità di giocare (in linea di massima) giochi vecchi e nuovi senza attese di ore. Altra impressione forte è il miglioramento degli stand di molti editori grandi e piccoli: non solamente il colosso Asmodee, ma molti altri editori vantavano stand curati, ben lontani dalle classiche ‘pareti verdi con poster e striscioni’ diffusissime fino a pochi anni fa; anche questo un positivo segno di maturazione del settore sempre più presente anche a fiere non specialistiche.

La ‘temuta’ (da molti espositori) giornata di venerdì sembra essere stata una piacevole sorpresa per molti che temevano di fissare padiglioni semideserti: anche se l’affluenza non sembra essere stata paragonabile a quella di sabato e domenica, c’è comunque stato un buon afflusso di pubblico (con ogni probabilità gli stessi appassionati che popolano i giovedì e venerdì di Lucca Games). Ricordo comunque che solo metà del venerdì è stato aperto al pubblico, la mattinata infatti è stata riservata all’evento Play Trade (del quale scriveremo nella seconda parte del reportage, con commenti di espositori e addetti ai lavori).

I giochi da tavolo godono sempre di ottima salute (se giufichiamo la salute con il numero di uscite…) e il numero di titoli proposti a Play 2018 (anche ‘anticipatamente’, portati quindi in fiera via aerea prima dell’uscita in negozio) in fiera decisamente alto. Hanno colpito (tra il resto) la mia attenzione (e questo è un parere del tutto soggettivo e individuale, non una indicazione di merito ‘oggettivo’) in particolare Azul, Sagrada, Bunny Kingdoms, Pocket Mars e Rising Sun.

Anche i giochi di ruolo sembrano godere di un momento particolarmente favorevole, stando almeno al numero di titoli ed espansioni presenti e alle iniziative (come Alleanza Games e RPG Meeting) lanciate per consolidare le etichette più piccole dando loro maggiore visibilità e migliore distribuzione. Tuttavia, non va dimenticato che una parte importante dei giochi presenti era autoprodotta, non pubblicata da un editore professionale. Questo non va assolutamente inteso come una critica al livello di presentazione dei giochi in questione ma la mancanza di una distribuzione all’ingrosso non ne favorisce purtroppo la visibilità  la diffusione. Migliore sembra essere la situazione di chi si appoggia ad editori che ne possano curare la distribuzione all’ingrosso, pur a fronte di una richiesta comunque non amplissima. Gli editori professionali che hanno alcuni giochi di ruolo o producono solo giochi di ruolo erano ovviamente presenti in forze, con stand dedicati: non è comparsa, scatenando prevedibili delusioni, la Guida del Dungeon Master per la quinta edizione di Dungeons & Dragons ma la scelta era comunque davvero ampia. Anche qui segnalo, in modo del tutto soggettivo, come titoli che mi hanno positivamente colpito il Monad System (ho sostenuto su Kickstarter il progetto Nostalgia La Flotta Nomade), Le Notti di Nibiru, Scheletri, Lovecraftesque, il megadungeon L’Ordalia di Castello Scarghul per L’Ultima Torcia e il nuovo Merrie England per Revolution d100 (compatibile con il Basic Role Playing). Naturalmente, altri appassionati avrebbero fatto una lista diversa, questa riflette unicamente il mio personale gusto.

Oltre a questi due generi che raccolgono molti appassionati, comunque non va dimenticato che Play si allarga a tutti i generi di gioco quindi spazi importanti anche ai giochi tridimensionali (con miniature storiche e fantastiche), ai giochi di carte collezionabili (sempre un po’ sottotono rispetto a Lucca Games ma va ricordato che né Konami né WotC/Hasbro – bizzarramente – espongono a Play mentre l’assenza di Game Trade ha reso invisibili i suoi collezionabili) per finire alle aree dedicate ai giovanissimi che componevano il ‘padiglione F’.

Insomma, ancora una volta a Play si trovava tutto il mondo del gioco non elettronico o quasi: pochissimi gli operatori del settore assenti di peso (con la speranza che prima o poi ci ripensino) e tantissime opportunità di vedere, sperimentare, provare e (nel caso acquistare). Come sempre, un’ottima esperienza che raccomando a tutti gli appassionati e i curiosi (reportage di Ciro Alessandro Sacco).