DI CIRO ALESSANDRO SACCO

Roberto Di Meglio è a buon diritto uno dei Grandi Antichi del gioco hobbistico in Italia, avendo mosso i primi passi nella seconda metà degli anni ’80 con la fanzine (poi rivista) Crom per poi passare al lancio di Kaos per Granata Press fino a procedere alla fondazione di Nexus Editrice (storico marchio del gioco, di ruolo e non, italiano) e successivamente di Ares Games. Tra i grandi successi che portano (anche) la sua firma il celeberrimo La Guerra dell’Anello. Roberto Di Meglio ha anche la curatela, insieme a Francesco Nepitello e Oronzo Cilli, della mostra “Other Minds and Hands: JRRT50 – Nel tempo e nello spazio, nel gioco e nel fumetto” dedicata appunto ai giochi e ai fumetti a tema tolkieniano che si svolgerà nel corso di Lucca Comics & Games 2023. Per saperne di più lo abbiamo intervistato.

Grazie Roberto per avere accettato di essere intervistato. Per cominciare, vuoi presentarti ai lettori che non ti conoscessero (pochissimi immagino)? Studi, età, professione, interessi (a parte il giuoco da tavolo) e qualsiasi altra notizia tu voglia condividere.

Età: veneranda 😊 sono perfino nonno! Studi – da informatico, sono perfino dottore di ricerca! Professione: editore ed autore di giochi. Interessi: tipici dei pigri – letture, cinema, visitare luoghi storici e musei, la mia famiglia. Un po’ del mio tempo viene dedicato al volontariato con Intercultura, una associazione che porta avanti un importante progetto educativo attraverso gli scambi studenteschi internazionali.

Com’è nata l’idea di una mostra sui cinquant’anni di giochi tolkieniani? E’ stata tua e di Francesco Nepitello, è arrivata da Lucca Crea (società che organizza Lucca Comics & Games) o si è trattato di un ‘meeting of minds’?

L’idea è arrivata da Lucca Crea, anche se essendo quest’anno denso di anniversari, ci eravamo scambiati un po’ di idee diverse con lo staff della manifestazione su possibili collaborazioni. I 50 anni dalla morte di Tolkien sono ovviamente una data simbolicamente fortissima, e quindi è abbastanza logico, con il senno di poi, che Lucca abbia voluto rendere omaggio con una mostra articolata su un doppio percorso, uno legato al fumetto (curato da Oronzo Crilli) e uno sul gioco (curato da me e Francesco), seguendo la logica delle due anime storiche della fiera.

Su quali principi guida è stata impostata la mostra? Vedremo solo giochi ‘analogici’ o anche videogiochi?

Abbiamo deciso di concentrarci sul gioco “analogico” – niente videogiochi. In particolare, il nostro excursus ha deciso di non considerare la marea di materiale, in buona parte ripetitivo nell’estetica e con poca originalità nei meccanismi di gioco, legato ai film. Più difficile è stata la scelta di non trattare i giochi di miniature, in questo caso soprattutto per esigenze di spazio e di modalità espositiva. Ci siamo quindi concentrati su giochi da tavolo, di ruolo, e di carte – e anche così, non è stato facile selezionare che cosa esporre e cosa lasciare fuori, il materiale da mostrare era davvero tanto!

Quali saranno i pezzi più rari in mostra? Abbiamo visto il gioco da tavolo della FGU (Fantasy Games Unlimited), vedremo anche qualche storica miniatura di Heritage Models, ad esempio?

Uno dei punti di forza della fiera è che non mostreremo solo giochi da tavolo, ma abbiamo anche una importante galleria di opere d’arte, tra cui le iconiche illustrazioni di Angus McBride per Middle-earth Role Playing, un artista mai esposto a Lucca. Tra i giochi esposti, la mia personale preferenza va ai giochi degli anni ’70, sia per la loro rarità che per motivi di “amarcord” – ma lascerei la scoperta di questi dettagli ai visitatori, anche perché al momento in cui scrivo, sto ancora inseguendo un paio di collezionisti che potrebbero apportare ulteriori pezzi di pregio.

Qual’è stata la parte più difficile e impegnativa nell’organizzazione della mostra e quale il momento di maggiore soddisfazione nel lavoro preparatorio?

Sicuramente la parte difficile è stata scegliere, nell’immenso corpo di giochi pubblicati in cinquant’anni, su cosa concentrarci, per costruire un percorso che avesse un suo senso e una compiutezza, ma potesse stare nei limiti di tempo e di spazio che avevamo. Il momento di maggiore soddisfazione è stata la lunga call con Pete Fenlon, il fondatore della Iron Crown, che non solo ha aperto la strada ad alcuni degli apporti più interessanti dell’esposizione – compreso la sua stessa presenza come ospite in fiera, oltre alle opere di McBride – ma è stata anche una bellissima conversazione con un appassionato che ha dedicato a Tolkien decenni della sua carriera professionale.

Per chiudere, cosa diresti a un visitatore della fiera – che propone un gran numero di attrattive legate alla pop culture – per convincerlo a visitare la mostra?

Beh, credo che l’incontro delle parole “Tolkien” e “gioco” dovrebbe essere sufficiente a scaldare il cuore di ogni appassionato… Posso dire che, come siamo soliti fare, la mostra che abbiamo realizzato è la mostra che, da fan di Tolkien e del gioco da tavolo, avremmo voluto visitare. Spero che anche chi verrà a Lucca dal 28 Ottobre in poi sarà d’accordo!

Grazie per il tuo tempo e auguri per il successo della mostra!

Grazie a te per l’intervista.