Il sito GeekNative ha pubblicato una interessante inchiesta sull’impatto della Brexit nei confronti delle aziende (case editrici) del settore del gioco da tavolo nella sua accezione più ampia. La Brexit, per i pochissimi che non lo sapessero, è stato l’effetto del referendum svoltosi nel Regno Unito nel 2016 con la vittoria del sì. L’uscita è diventata operativa dal 1 gennaio 2021 e questo ha creato immediatamente una barriera doganale e tariffe di importazione fra Regno Unito e Unione Europea che ha colpito sia le aziende (compresi negozi e venditori privati) che gli utenti finali. L’articolo di GeekNative identifica tre aree principali: il rallentamento del movimento delle merci causa adeguamento alle nuove normative, il rallentamento causato dalla quantità di merci in attesa di sdoganamento da e per il Regno Unito che hanno ‘riempito’ porti e punti di smistamento, la delicata questione della fiscalità adesso in essere (ad esempio il versamento dell’IVA). Molte aziende, scrive l’inchiesta, non sono preparate a gestire queste problematiche, soprattutto se di piccole o piccolissime dimensioni, e non hanno preso misure per affrontarla (con rare eccezioni). Il risultato che molte di esse (negozi compresi) rifiutano di gestire ordini provenienti dall’Unione Europea o riducono drasticamente i paesi serviti: ad esempio il celebre negozio Leisure Games – operativo fin dagli anni ’80 del secolo scorso! – prima ha deciso un blocco totale delle spedizioni in UE, successivamente un blocco più selettivo. In altri casi i compratori che acquistano dall’UE possono dover pagare l’IVA sulla piattaforma di e-commerce che stanno usando (prima tra tutte eBay) per poi ritrovarsi a doverla pagare di nuovo alla dogana del loro paese, con il risultato di una doppia imposizione che ha creato parecchi malumori (Leisure Games elimina l’IVA al momento del pagamento per i cittadini UE sul proprio sito). Naturalmente, alle complicazioni della Brexit si sono aggiunti gli enormi problemi della pandemia, con il risultato che il rallentamento si è ulteriormente intensificato (ci sono pacchi che hanno richiesto quasi 40 giorni per la consegna dal Regno Unito all’Italia pur essendo gestiti da corrieri).

E in Italia? Un sondaggio fra appassionati di giochi da tavolo ha rivelato che tra i rispondenti ben il 73% ha deciso di non acquistare più nel Regno Unito, circa il 10% ha deciso di comprare meno mentre quasi il 13% ha affermato di continuare ad acquistare “allo stesso livello”. La ragione principale per il rifiuto o la diminuzione degli acquisti nel Regno Unito è l’introduzione delle ‘tasse’ (con ogni probabilità non solo lo sdoganamento – costo minimo 12,01 euro – ma anche la doppia imposizione dell’IVA), ma altri hanno anche parlato dei tempi lunghi per il ricevimento della merce (drasticamente peggiorati – inevitabilmente – rispetto alla pre Brexit quando un pacco per corriere raggiungeva l’Italia in quattro giorni). Anche i negozianti hanno subito l’impatto della Brexit: in un sondaggio simile il 39% dei rispondenti ha segnalato che la Brexit ha “danneggiato gravemente” la loro attività mentre un ulteriore 30% ha dichiarato che la Brexit ha “danneggiato leggermente” la loro attività. Il problema principale che hanno i negozianti sembra la sorprendente impreparazione del colosso delle miniature Games Workshop alla Brexit che ha portato a grossi ritardi ed arrivi con il contagocce (ma va detto che questo può anche dipendere dall’esaurimento della merce a fronte di un grande aumento della richiesta durante il lockdown), ma la situazione sembra cominciare a tornare alla normalità (abbiamo contattato la GW in merito alla questione e attendiamo risposta).