Fernando Ferrari è uno dei più grandi esperti di giochi di simulazione a livello europeo, ha organizzato varie convention nazionali sul gioco e gestisce il negozio specializzato I Giochi dei Grandi dal 1981!

Credo che qualsiasi nuova realtà commerciale che si affacci nel nostro settore di nicchia vada lodata e sostenuta a prescindere (questo articolo nasce da una discussione sulle nuove uscite di un editore italiano di wargames N.d.R.). Ho sempre cercato di dare la massima collaborazione a chi avesse creato nuovi titoli o a chi avesse deciso di localizzare in italiano titoli già esistenti e credo che tutti gli operatori del settore possano testimoniarlo.Questo non esime da alcune riflessioni generali.

Si può ovviamente opinare sulla validità delle scelte fatte. Io, se avessi dovuto investire dei soldi miei, non mi sarei mai azzardato nello scegliere un gioco come Here I Stand. Avrei optato per titoli più ‘sicuri’ come Commands & Colors, Paths of Glory, Sword of Rome… ma ciò non toglie che lo sforzo vada comunque apprezzato, anche perché in vista, da parte degli amici di Ergo Ludo, ci sono titoli più appetibili per i neofiti, come Time of Crisis (e più in là lo stesso Paths of Glory, per giocatori intermedi).

Quello che manca, quasi sempre, è la sinergia di mercato. È il colmo che noi, distributori ufficiali GMT da quando è nata e che realizziamo per loro la traduzione di quasi tutti i giochi pubblicati, veniamo a sapere dell’uscita di Here I Stand in italiano quando già il traduttore aveva iniziato la revisione del file della vecchia traduzione, per aggiornarla a quella nuova (cinquecentesimo anniversario)! A volte ci ritroviamo con ditte italiane che producono wargames e non si prendono nemmeno la briga di contattare quelli che poi saranno, ovviamente, i loro principali distributori. È come se io volessi improvvisamente mettermi a vendere aquiloni, decidessi di produrre dei nuovi modelli nei quali credo fermamente e, pur conoscendo quali sono storicamente i principali distributori di aquiloni in Italia, non mi curassi del tutto d’informarli della mia iniziativa e questi ne venissero a conoscenza da un cliente che ha letto ‘qualcosa’ su un forum!

In tutto questo c’è, a mio giudizio, una notevole carenza d’impostazione strategica. Vuoi produrre un nuovo wargame? Contatta i potenziali clienti principali (distributori e negozi specializzati), contatta i circoli, scrivine su Casus Belli (gruppo Facebook dedicato agli appassionati di wargames N.d.R.) come fa splendidamente Sergio Schiavi, divulga urbi e orbi le tue intenzioni, valuta le reazioni, ragiona sulle prospettive di vendita, decidi sul formato del gioco e sui costi potenziali. Ecco, pare che tutto questo manchi e sia lasciato colpevolmente in soffitta.

Un altro invito che voglio fare alle piccole ed ammirevoli case italiane che producono wargames (tra l’altro di buona fattura): anche se le vendite più rilevanti le fate all’estero, vi supplico, v’imploro… mettete quel benedetto regolamento in italiano nelle scatole (quantomeno in quelle che vendete in Italia), invece di caricarlo, dopo un tempo indefinito su un sito dal quale… scaricarlo. Io non so più come giustificarvi coi clienti che non si capacitano (giustamente!) del fatto che una ditta italiana venda un gioco con le regole solo in inglese! Quando poi si sente dire che quelle in italiano sono “in preparazione” si arriva all’apoteosi del parossismo: ma chi le scrive parla in inglese a casa sua?