DI FRANCESCA MONDELLI

Per questo Natale la Fanucci Editore ha deciso di fare un regalo in anticipo, pubblicando in italiano I Draghi dell’Inganno, il primo volume della nuova trilogia di Dragolance firmata dagli storici autori Tracy Hickman e Margaret Weis e intitolata Dragolance Destinies. I due autori sono noti sia ai giocatori di ruolo, essendo autori dei primi moduli Dragolance pubblicati dalla TSR negli anni Ottanta per Advanced Dungeons and Dragons, ma anche agli appassionati di narrativa fantasy grazie ai romanzi della saga di omonima che è cresciuta ben oltre l’immaginario, arrivando oggi a contare un totale di poco meno di duecento titoli in più di quarant’anni di pubblicazioni. Leggere e recensire questo nuovo libro è, quindi, qualcosa che la nostra redazione non poteva lasciarsi assolutamente sfuggire. Ed ecco cosa c’è da sapere di questo nuovo capitolo della storia del mondo fantastico di Krynn.

TRAMA

Destina è la figlia del signore del castello di Rosethorn e di una guerriera veggente delle terre barbare di Ergoth: allevata al culto della Cavalleria Solamnica e al rispetto della via tracciata dal leggendario Huma, la Misura, in lei è presente una combinazione di intelligenza e coraggio che in altri anni e terre avrebbe destinato la ragazza a grandezze e avventure, ma che in quel preciso attimo storico deve fare i conti con asprezze e miserie umane che si scatenano sempre all’ombra dei grandi conflitti. Infatti, la Guerra delle Lance descritta nella prima e più amata trilogia di Dragolance, Cronache, ha scombussolato la vita della ragazza che pur non vi ha partecipato se non marginalmente: il padre è infatti morto coraggiosamente con altri cavalieri suoi pari – in primis il noto Sturm Bringhbalde – durante l’attacco dei draghi alla Torre del Sommo Chierico: ciò non solo l’ha costretta al ruolo di orfana, ma anche defraudata dei suoi diritti ereditari di castellana, essendo per lei impossibile ereditare in quanto donna.

Educata a non arrendersi mai alle circostanze, però, Destina idea un piano fantasioso e improbabile per riportare la sua vita all’antico benessere: saputo dell’esistenza di un Congegno per Viaggiare nel Tempo – gizmo che i lettori della seconda più amata trilogia di Dragolance, Le Leggende, conosceranno benissimo, essendo il medesimo usato dai fratelli Majere e dal kender Tasslehoff -, vuole impossessarsene per ritornare a quella giornata fatidica ed evitare l’uccisione del padre in guerra. Di per sé, per quanto mossa da solide intenzioni e amore filiale, Destina non riuscirebbe mai da sola ad attuare un simile proposito; fortuna vuole che la sua vicenda si inserisca in una più complessa che vede l’avido mago Ungar volersi impossessare di una preziosa pietra magica, la Gemma Grigia. Questa gemma è, infatti, la temibile creazione di un dio minore, Reorx, il quale ha infuso in essa non solo un grande potere, ma anche capacità senzienti e un dose pericolosa di Caos: il mago, intenzionato a ingannare la ragazza per ottenere la Gemma, la convince che senza di essa non riuscirà mai a usare il Congegno per Viaggiare nel Tempo e mette Destina sulla strada di entrambi i due manufatti magici. Da lì in poi la vita della protagonista è un susseguirsi di incontri con personaggi nuovi e vecchi, tutti mossi da interessi personali attraverso i quali Destina si insinua con una dose di audacia e inganno.

DESTINA: UNA PROTAGONISTA FEMMINILE FORTE

Weis e Hickman non sono estranei all’inserire nei loro romanzi vicende che possano indurre una riflessione politica e morale: chiunque abbia letto le Cronache non avrà avuto difficoltà a comprendere che uno degli antagonisti che si opponeva ai tentativi della Compagnia non aveva bisogno di draghi metallici o incantesimi per portare scompiglio: il razzismo è uno dei grandi muri contro cui i vari protagonisti devono lottare per tutta la durata della trilogia. Neanche in questo romanzo i due autori cessano di sottolineare come le incomprensioni tra differenti popoli siano uno dei veicoli del Caos, aggiungendo, però, l’esperienza personale di Destina che si trova a lottare anche contro il sessismo della sua società che la priva prima delle proprie aspirazioni personali (le donne non possono divenire cavalieri solamnici) e poi del suo retaggio (una donna non potrà mai ereditare il castello di famiglia). La ricerca del Congegno per Viaggiare nel Tempo diviene, quindi, per lei non solo motore della storia, ma anche opera di riscatto personale della giovane: non che i precedenti romanzi siano privi di esempi di donne forti in entrambe le fazioni in conflitto, ma nel seguire le vicende di Destina gli autori hanno voluto calcare un po’ più la mano sulle difficoltà in cui può incorrere una giovane donna (in primis quella di godere di poca considerazione), molto più di quanto abbiano dovuto patire una Kitiara o una Goldmoon. Le lettrici e i lettori più sensibili a queste tematiche apprezzeranno questo innesto di contemporaneità nel romanzo, in linea con le tendenze odierne che hanno coinvolto anche la narrativa fantasy (e forse, anche le sensibilità delle major come la Hasbro, proprietaria della Wizards of The Coast e quindi di Dungeons & Dragons).

UN NUOVO PUNTO DI VISTA SU CRONACHE E LEGGENDE

Uno degli aspetti di maggior interesse è certamente una prospettiva differente che le vicende di Destina offrono sui grandi eventi descritti nelle Cronache: infatti nel seguire la quotidianità della protagonista, relegata suo malgrado al ruolo di figlia in attesa del padre partito in guerra nella prima parte del romanzo, vediamo il riflesso della lontana Guerra delle Lance agire sulla gente comune, logorata dall’incertezza e dalla paura, per quanto e proprio perché posta ai margini delle grandi battaglie, di cui recepiscono solo racconti parziali e niente affatto rassicuranti. Se negli anni trascorsi per i lettori può esser stato piacevole condividere il coraggio e la tensione di un Tanis che si butta a capofitto nella mischia, certamente non mancherà anche di empatizzare con gli abitanti del castello di Rosethorn, prima preoccupati dal vedere la guerra avvicinarsi, poi stretti in un assedio periferico per il quale nessuna divinità benevola interverrà e successivamente pressati dalla corsa alla ricostruzione postbellica. Anche nella seconda parte del romanzo, quando Destina lascia il castello paterno per iniziare la sua missione di ricerca, i numerosi personaggi che incontra agiscono in reazione del timore che ha lasciato in loro quanto accaduto nelle Leggende: il viaggio nel tempo descritto nella seconda trilogia di Dragonlance ha certamente coinvolto i gemelli Majere in eventi di importanza cosmica, eppure questa sete di grandezza non ha coinvolto i testimoni che hanno tentato in tutti i modi di ristabilire lo status quo, tentando di ritornare alla normalità: Tika e Caramon nella loro locanda, il re dei nani Hornefl, anche il potente Dalamar il Nero agiscono con un’assennatezza che è giustificata dal loro trascorso burrascoso, ma che appare anche troppo prudente, accellerando proprio in questo modo il precipitare degli eventi.

L’EDIZIONE FANUCCI

Con questo titolo la Fanucci Editore entra per la prima volta nel mondo di Dragolance, mettendo a disposizione per la traduzione un’espertissima traduttrice, Annarita Guarnieri, che da decenni oramai traduce fantasy e fantascienza per questo editore, Delos Book, Mondadori, etc. Per il resto l’edizione italiana non si discosta da quella della Penguin Random House, riproducendone il formato cartonato e utilizzando come copertina l’illustrazione di Philipp A. Urlich, la quale non solo anticipa alcuni elementi chiave della trama, ma crea uno stupendo effetto nostalgia per i vecchi lettori che, non solo noteranno uno stile che richiama le originali copertine dei primi romanzi, ma riconosceranno anche un personaggio amato come il kender Tasslehoff e una delle case albero di Solace sullo sfondo. A mio avviso l’unica pecca è aver mutuato dall’edizione americana anche la quarta di copertina con le frasi di Joe Manganiello, certamente una personalità importante per la comunità di giocatori statunitense, ma che in Italia non gode del medesimo fascino. Sarebbe stato bello avere le parole di qualche esponente italiano, caratterizzando così questa edizione nostrana e riconoscendo che anche la comunità italiana dei lettori di fantasy non è certo passiva…

UNA TRILOGIA CHE HA RISCHIATO DI NON VEDERE MAI LA LUCE

Apprezzo questa edizione tanto più che, come i più appassionati ricorderanno, c’è stato un attimo, due anni fa, in cui la possibilità che la coppia di autori ritornasse a lavorare su Dragonlance appariva molto incerta: infatti, a seguito di alcune critiche di sessismo e razzismo che avevano investito Wizards of the Coast, detentrice dei diritti di Dungeons & Dragons, sembrava che non ci fosse alcun interesse da parte della casa editrice ad affidarsi ad alcuni vecchi autori, per quanto già sotto contratto. Nel particolare caso della nuova trilogia, il nuovo supervisore editoriale Nick Kelman aveva prima preteso l’introduzione di alcune modifiche sostanziali all’interno dei manoscritti già conclusi del primo e secondo libro affinché le nuove direttive della Hasbro, proprietaria della Wizards of The Coast, orientate a contenuti più inclusivi venissero rispettate, e poi arbitrariamente interrotto la collaborazione nell’agosto del 2020. Una decisione non solo inaspettata (tanto più che Weis e Hickaman affermavano di essersi mostrati concilianti sulla richiesta di modifiche di Kelman), ma che conduceva alla totale rottura di un contratto già in essere nel 2017 tra autori e azienda: è stato, quindi, per gli scrittori inevitabile aprire un contenzioso legale correlato a una richiesta danni di ben 10 milioni di dollari che ha fatto molto discutere e che ha smosso una consistente parte del fandom a supporto dei due autori. Fortunatamente tutto si è poi risolto nell’arco di pochi mesi con una richiesta di archiviazione da parte dei querelanti che, venuti a nuovi patti con la Wizards of The Coast, hanno annunciato a fine dello stesso anno che ci sarebbero state exciting news. Un anno più tardi l’editore la Penguin Random House condivideva la copertina e annunciava la data di uscita del primo libro della trilogia.