Una questione di enorme gravità sta scuotendo la comunità dei giudici del gioco di carte collezionabili Magic L’Adunanza (e quindi anche la Wizards of the Coast) negli Stati Uniti: la presenza di predatori sessuali all’interno della comunità arbitrale e (secondo i critici) la mancanza di concrete iniziative per bloccare questa contaminazione. Il giornalista investigativo Lou Colagiovanni ha pubblicato un articolo durissimo relativamente a tale vicenda che prende il via (apparentemente) dalla ricerca di un giocatore deluso che, cercando informazioni su un avversario che a suo dire avrebbe barato, avrebbe scoperto essere un pedofilo condannato nello stato del Massachussets.  Allarmato da questa scoperta, il giocatore in questione avrebbe segnalato il problema a giudici di alto livello (il quarto) senza esito  e contattato la Wizards of the Coast che però, secondo quanto riferisce Colagiovanni, non avrebbe risposto tempestivamente. Nel frattempo però la situazione sarebbe ‘esplosa’ su Internet con video sulla materia e articoli su molti siti dedicati ai giochi. Oltre a criticare con aspra severità la Wizards of the Coast per la mancanza di interventi tempestivi a carico dei Giudici registrati come predatori sessuali e la mancata imposizione di verifiche (background check) per gli aspiranti giudici, alcuni si spingono a denunciare (d esempio Colagiovanni) l’esistenza di un vero e proprio complotto pedofilo (non a caso il suo articolo si intitola “The Pedophile Conspiracy”).  Il gioco purtroppo negli ultimi tempi è stato protagonista anche di altre polemiche in merito ad accuse di bullismo e molestie (la cosplayer Christine Sprankle ha abbandonato Magic proprio per questo motivo). Non solo: Colagiovanni ha scritto un altro articolo in cui accusa, a chiare lettere, il gioco di attirare (anche) persone prone a comportamenti antisociali (“MTG’s player base is made up of players whose personalities are more likely to behave in such a way”) e la Wizards of the Coast di non avere alcun interesse a intervenire sulla questione (“pull back the curtain of MTG’s community’s behavior was not in WotC’s best interests (…). WotC has made no public effort to address the unsolvable conundrum of antisocial Internet behavior”). Il programma dei Giudici ha espresso la sua posizione il 9 gennaio con un lungo post sul suo blog dove lancia accuse di una caccia alle streghe (“the recent attacks on social media were an attempt to paint current members of the Judge Program as criminals in an attempt to embarrass Wizards of the Coast, to incite panic and to create controversy”), sottolinea di aver agito non appena informato (“the former judges named in public as pedophiles were all decertified as soon as the Program learned about their crimes“) e ricorda di non essere la polizia (“the Judge Program is not the police. Any individuals suspected of such actions should be reported first and foremost to the proper authorities” – il grassetto è in originale). Anche la Wizards of the Coast alla fine è intervenuta e in data 12 gennaio Elaine Chase (Vice President of Global Brand Strategy) ha annunciato mutamenti alle regole del gioco organizzato imponendo verifiche allo staff di negozi e organizzazioni che organizzano eventi (“you agree to conduct background checks to meet your obligations”), menzionando specificamente predatori sessuali (“you will not employ or otherwise engage Staff or other individuals who interact with the public on your behalf who (i) appear on a sex offender registry (or its international equivalent), and/or (ii) have been convicted by a court of competent jurisdiction for a violent sexual offense or a crime against children”) e dando la sua spiegazione sui ritardi nell’espulsione dei giudici condannati per reati sessuali e per la ritardata espulsione del personaggio descritto nel primo articolo di Colagiovanni. Ma la controversia è tuttora vivissima negli Stati Uniti, con il timore che i mass media ne abbiano sentore con conseguenze facili da immaginare.