Si è chiuso il 2023 e come tradizione sentiamo alcuni negozianti specializzati per avere un’idea dell’andamento dell’anno passato dal punto di vista dei negozi, una categoria – il commercio – che soffre progressivamente sempre di più per la crisi economica e per la concorrenza dell’e-commerce che spesso (ma non sempre) fa dello sconto la propria arma principale. La nostra intervista questa volta è con un’attività commerciale che ha scelto da tempo la strategia del solo e-commerce, abbandonando la sede fisica.

Grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande: per cominciare, fai una presentazione della tua attività (anno di apertura, tipologia di prodotti, genere di clientela, se fai gioco organizzato e serate di gioco libero, e simili)

Mi chiamo Amos Pons e da anni gestisco Mondiversi, una realtà complessa che si occupa della vendita di giochi da tavolo, di ruolo e gadgets, sopratutto in contesti fieristici, tramite commercio elettronico e fisico.

Tu che hai la ‘sola’ dimensione online e fieristica, quali sono le sfide che un’attività come la tua deve affrontare rispetto a un negozio ‘fisico’?

Nell’attività fieristica devo monetizzare durante le manifestazioni altrimenti rischio dei buchi nel bilancio. Quindi devo scegliere bene gli eventi da frequentare. Essendo il mio un piccolo business on line subisco comunque la concorrenza dei colossi e quindi devo cercare di offrire prodotti alternativi e/o di nicchia

Dacci un bilancio complessivo, per quanto possibile, dell’anno 2023 per la tua attività. E’ stato un anno complesso, con una crisi economica che continua a mordere e la scomparsa degli ultimi ‘effetti pandemici’ che avevano portato a un boom del gioco in scatola. Quale quindi il tuo giudizio sull’anno che si è appena chiuso?

Dopo l’eccellente Natale 2022 e l’ottimo primo trimestre 2023 abbiamo registrato un calo generale delle vendite, indipendentemente dal canale utilizzato. Dopo il boom pandemico, e post pandemico, sinceramente me lo aspettavo.

I negozi online vengono spesso accusati di avere come strategia di mercato sconti, sconti, sconti… e null’altro, ‘educando’ il cliente a considerare pagare il prezzo intero come una follia o peggio. Inoltre, vengono anche considerati come meri sfruttatori di un mercato che non fanno nulla per ingrandire. Qual é la tua posizione in materia? Usi gli sconti regolarmente e aggressivamente?

Come detto il mio è un piccolo business on line, quindi non mi posso permettere le scontistiche di chi ha un magazzino più profondo e possibilità economiche maggiori. Gli sconti li faccio solo quando devo eliminare rimanenze di magazzino o invenduti. Non credo sia compito dei negozi on line far crescere il pubblico, questo compito spetta agli editori. I negozi on line soddisfano un bisogno, non lo creano.

Chi ha un negozio fisico ribadirebbe che è in prima linea nel creare nuovi giocatori e non solo alle fiere ma tutto l’anno: tornei, demo, creazione di community… Tu cosa risponderesti?

La mia riposta è che non è suo compito creare nuove leve. Io se aprissi un nuovo negozio non metterei spazio nè per far giocare i giochi di carte nè per le demo dei giochi da tavolo. Occupano solo spazio fisico, per cui io devo pagare l’affitto, e una persona dedicata che passi il tempo a spiegare/dimostrare giochi. Per me non vale la pena. Soldi persi.

Sei anche stato un negozio tradizionale con un franchising della catena Games Academy che poi hai abbandonato per passare al solo on line. Quali le principali differenze che hai riscontrato tra le due esperienze? Torneresti mai ad avere una sede ‘fisica’?

Games Academy era, ed è nella sua nuova veste, per mia opinione, la migliore catena di negozi del nostro settore: offrono formazione al personale, elaborazione dei dati di vendita e delle performance di vendita del negozio, prodotti esclusivi… Per tanti motivi (personali ed economici) che non sto ad elencare ho abbandonato il negozio fisico. I negozi fisici hanno troppe spese, di varia natura, in primis gli affitti che in generale sono tropo alti e rimasti ancorati a un modello economico che non esiste più. Aprire un negozio fisico, al momento, non mi interessa molto. I negozi on line ti danno più flessibilità, maggiore possibilità di gestione del proprio tempo, meno spese fisse e la possibilità di raggiungere un pubblico più ampio. Ma comunque bisogna sempre lavorare un sacco, per gestire le spedizioni, le lamentele, i resi, rispondere alle richieste dei clienti da tutto il mondo, tenere a bada il magazzino. Insomma, quello che cambia maggiormente, secondo me, è l’orario di lavoro


Quali sono le tue opinioni sulla performance, a livello di vendite, di queste categorie: giochi da tavolo, giochi di carte, giochi collezionabili, giochi di miniature, giochi di ruolo, giochi usati e da collezione (non collezionabili) ed… everything else (fumetti, giocattoli Funko, gadget…)? Hai notato qualche prodotto che in particolare ha incontrato i favori del pubblico (nel gioco da tavolo ad esempio penseremmo a Heat mentre nelle carte collezionabili a Lorcana…)?

Il trend dei giochi da tavolo, da parte nostra, è sempre il solito: giochi casual, per tutti, con un budget di spesa tra i 20 e i 25 euro. Gioconi fermi. Per noi il gioco dell’anno continua a essere What do you meme seguito dal sempreverde Munchkin. Carte collezionabili le trattiamo solo marginalmente ma dal nostro punto di vista Pokemon continua a dominare. Lorcana lo abbiamo saltato a piè pari e abbiamo deciso di non investirci. I Funko registrano per la prima volta una battuta di arresto, dovuta anche al mercato inflazionato: oramai li si trova in edicola, dalla LIDL e persino nelle sorpresine kinder.

Ritieni che i produttori siano stati al tuo fianco e ti abbiano sostenuto nel 2023 o hai l’impressione (sempre più diffusa) che i produttori cerchino ancora più di raggiungere l’utente finale (tramite il proprio e-commerce, tramite le fiere, tramite i progetti Kickstarter, tramite i propri ‘negozi Amazon’…)?

A me è sempre interessato che i produttori stiano al mio fianco offrendomi una scontistica adeguata, un servizio di spedizione, e clienti, rapido e puntuale, termini di pagamento favorevoli. Se ho queste cose ritengo di avere le armi per poter competere bene sul mercato. Alcuni produttori lo capiscono e offrono ‘servizi’ eccellenti, altri continuano a lavora con meno professionalità e quindi tendo a evitarli.

Parlando in particolare del sempre decisivo per molti mese di dicembre, come ha ‘performato’ quest’anno il Natale, anche rispetto al 2022?

In evidente calo rispetto al 2022. Forse a livello o, addirittura, un po’ più basso, di un Natale pre pandemia.

Quali sono le tue prospettive per l’anno che verrà? Ti ritieni in particolare pessimista, ottimista o… a metà strada e perché?

Credo che il calo continuerà fino almeno a primavera 2024 e poi spero in una risalita. Ma oramai i fattori ‘esterni’ – guerre, pandemie, crisi dei materiali ed energetiche – sono difficilmente prevedibili.

Se ci fosse un aspetto del mercato del gioco che potresti cambiare o cancellare (ad esempio ‘niente vendita dei produttori al pubblico’ o ‘niente fiere’), quale sarebbe?

In generale non mi concentro mai sul ‘cancellare’ qualche cosa degli altri. Non potendolo fare, alla fine la considero una perdita di tempo. Cerco di concentrarmi su cosa posso fare io, con i mezzi che ho, cosa possono fare i miei collaboratori e cerchiamo di fare il meglio possibile!