Abbiamo segnalato (vedi “NASCE A UDINE L’ARCHIVIO ITALIANO DEI GIOCHI: 300MILA EURO IN TRE ANNI“) la nascita di questa nuova istituzione volta alla raccolta, alla catalogazione e alla conservazione dei giochi in Italia ed ecco una intervista all’anima di questo progetto, Dario De Toffoli.

Com’è nata l’idea della creazione dell’archivio italiano dei giochi?

L’idea di un Archivio Italiano dei Giochi mi è venuta tanti anni fa, sul finire degli anni ’80 del secolo scorso: classificare i giochi e di avere facilmente a disposizione tutto quello che è stato scritto su un determinato gioco è un obiettivo che mi ha sempre affascinato. Finalmente oggi esistono le tecnologie (rete e crowdsourcing) per realizzarla e metterla a disposizione di tutti coloro che operano nel mondo del gioco, dagli studiosi ai produttori, dagli autori ai giocatori. Tutto questo senza mai dimenticare che una tassonomia oggettiva nel campo dei giochi non è possibile, come ben ci ha insegnato Ludwig Wittgenstein. Tutto quello che faremo avrà quindi sempre e comunque un certo grado di soggettività.

Per quale motivo l’Archivio è nato a Udine e non, ad esempio, Lucca o Modena che ospitano le due più grandi manifestazioni italiane dedicate al gioco?

Perché Udine ha creduto nell’idea, l’ha fatta sua, l’ha anche evoluta tenendo conto delle proprie specifiche esigenze e infine si è impegnata per realizzarla.

Nel documento che abbiamo trovato in rete relativo al bando per la creazione dell’Archivio e la sua gestione si parla di una spesa di 300mila euro in tre anni: hanno partecipato altri, a parte studiogiochi, alla gara per l’assegnazione e in che modo sarà speso questo denaro?

Udine naturalmente ha bandito una gara pubblica e noi ce l’abbiamo messa davvero tutta per aggiudicarcela: non è stato facile, perché il bando – come avrete visto – era assai complesso. C’è voluto un mese di lavoro di un intero team per preparare la nostra offerta. Varie altre realtà si sono interessate alla gara, ma poi (credo) nessuna è arrivata a presentare una vera offerta, probabilmente perché non è così facile avere tutti gli specifici requisiti richiesti. A dire il vero questo mi è un po’ spiaciuto, io amo la competizione e volentieri avrei messo a confronto la nostra offerta con quella di altri.

I 300k in realtà sono per 4 anni, vale anche il 2017: pur cominciando in ottobre, siamo comunque tenuti ad ottemperare a tutte le richieste previste per l’intero anno: in altre parole, stiamo lavorando come matti! La fetta più grossa va al costo del personale, varie persone che lavoreranno a tempo pressoché pieno; poi avremo da realizzare oltre 20 eventi all’anno, da semplici incontri a mostre, laboratori, ricerche, convegni e anche questo assorbirà un bel po’ di risorse; il portale di catalogazione – per come lo intendiamo noi – richiede lo sviluppo di complessi software e ci sono già due aziende che ci stanno lavorando, tenendo anche conto degli standard biblioteconomici internazionali; e poi ancora trasferte, acquisizioni di collezioni, promozione e comunicazione, oltre che rilevanti costi generali e amministrativi. Insomma, possiamo lavorare ma non sguazzare e stiamo già pensando a come rendere sostenibile questa istituzione per tempi più lunghi.

Sarà il comune di Udine a gestire concretamente l’Archivio oppure se ne occuperà studiogiochi? Chi sono le persone che se ne occuperanno, per così dire, ‘concretamente’ e come sono state selezionate?

Sarà studiogiochi a gestire in toto l’Archivio, naturalmente sotto il controllo dell’Amministrazione Comunale e in forte sinergia con la Ludoteca e il Ludobus di Udine.

Io personalmente sono il coordinatore, in sede c’è Massimo Salvador (già organizzatore di IdeaG nord-est a Udine con l’associazione Coccinelle Rosa, poi Piero Modolo, Francesca Bortolato e anche tanti altri di studiogiochi che ci danno una mano a tempo parziale. Ci accomuna la passione per il Gioco e il considerarlo un valore culturale e sociale.

Ho visto che l’Archivio dispone anche di un comitato scientifico: chi ne fa parte e perché è stato scelto?

Il Comitato Scientifico è uno dei nostri punti di forza: persone altamente qualificate e motivate a far crescere la cultura del Gioco in Italia:

Dario De Toffoli (presidente): autore, scrittore e giornalista di giochi, fondatore di studiogiochi
Francesca Corrado: economista e formatrice, dal 2015 presiede l’associazione Play Res
Andrea Angiolino: giornalista e inventore di giochi
Giuseppe Baggio: appassionato ricercatore di giochi e di pubblicazioni ludiche
Maresa Bertolo: ricercatrice e docente di Game Studies al Politecnico di Milano, tra i fondatori di Play Res
Cosimo Cardellicchio: ricercatore del CNR, appassionato e studioso di giochi
Silvio De Pecher: consulente informatico ed esperto di giochi, fondatore della Tana dei Goblin
Marco Dotti: docente di Professioni dell’editoria all’Università di Pavia
Andrea Ligabue: direttore artistico di Play Festival del Gioco
Alan Mattiassi: neuro-scienziato, docente e ricercatore di Psicologia della Comunicazione
Beniamino Sidoti: autore, scrittore e giornalista di giochi, tra i fondatori di Lucca Games
Giorgio Bartolucci: direttore del Centro Internazionale Ludoteche
Pino De Carolis: maggior collezionista italiano di giochi in scatola
Vincenzo Manco ed Erasmo Lesignoli: in rappresentanza di UISP (Unione Italiana Sport per Tutti)

Quali sono le prime iniziative che l’Archivio pensa di portare avanti?

Stiamo mettendo a punto i sistemi di classificazione e catalogazione sia dei giochi che delle pubblicazioni sui giochi, ma nel contempo stiamo organizzando parecchi eventi: se fate un salto sul nostro sito (online da pochissimi giorni) trovate le nostre prime iniziative di novembre.