di Ciro Alessandro Sacco e Mauro Caliendo

“E’ andato tutto per il meglio” ha detto il sindaco di Lucca Mario Pardini, ma è vero? Certamente è davvero grande il risultato dell’edizione 2022 di Lucca Comics & Games che ha staccato, riferiscono gli organizzatori e una estasiata stampa locale, ben “319.926 biglietti”, un risultato che fa di questa edizione non una ripartenza ma un decollo a pieno regime. La soddisfazione, se si guarda al numero dei visitatori paganti e al compiacimento di albergatori, bed & breakfast, affittacamere, ristoratori, baristi e più in generale ai beneficiari diretti e indiretti dell’evento è pienamente giustificata (ma i costi oltre l’osceno per soggiornare a Lucca – un bilocale a 2mila euro per cinque notti ad esempio – meriterebbero una severa inchiesta di Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza). Un po’ meno plauso invece si deve esprimere per la gestione complessiva dell’evento che, soprattutto nei giorni caldissimi di sabato e domenica, ha visto un enorme afflusso di pubblico (pagante e non) che alcuni sono arrivati a calcolare in 150mila persone al giorno (metà paganti). Il risultato è stato una serie di code molto lunghe (con un picco di tre ore e una media di due) per tutti i padiglioni più popolari. Da non sottovalutare anche le criticità legate al trasporto ferroviario, le Ferrovie dello Stato hanno parlato di ben 200mila passeggeri arrivati e partiti in treno, e alla difficoltà di governare in una stazione piccola come quella di Lucca un tale flusso che ha avuto il suo picco in 28mila arrivi nella giornata di sabato. A questi problemi si unisce la malagestione di vari editori dei popolarissimi ‘firmacopie’ (con la Panini particolarmente criticata) e la difficoltà di gestione della distribuzione dei biglietti per gli eventi più popolari (in testa a tutti Tim Burton) con persone in coda la sera prima dell’evento ufficiale. Tutti questi problemi hanno una radice ultima: la massa di pubblico da gestire in rapporto alle capacità degli organizzatori e della città.

Troppo pubblico? L’imperativo di questa edizione 2022 di Lucca Comics & Games era, in sostanza, staccare il maggiore numero possibile di biglietti: era necessario per dare ossigeno alle casse di Lucca Crea, società comunale che organizza eventi ed in testa proprio Lucca Comics & Games; era necessario per fare fare bella figura alla nuova amministrazione cittadina, insediatasi comunque solo a giugno e quindi in concreto con una (per ora) minima capacità di incidere concretamente sulla gestione di Lucca Crea e della fiera (aspettiamo comunque di vedere il nome del presidente di Lucca Crea); era necessario per soddisfare gli appetiti di Confcommercio, Confesercenti e di tutte le attività e le persone che a vario titolo traggono guadagni da Lucca Comics & Games; era necessario per riaccreditare e confermare la popolarità e centralità della fiera lucchese agli occhi di studi cinematografici, reti televisive (in streaming e no), mass media, enti governativi (in testa la regione Toscana) e sponsor/espositori di grande peso (Disney, Amazon, etc); era necessario fare in fretta perché fino alle elezioni politiche la macchina organizzativa ha viaggiato a regime ridotto ed era necessario finire in fretta e sperare che tutto andasse bene. E quindi i biglietti sono stati portati da 55mila a 75mila al giorno, con il tutto esaurito per tre giorni su cinque. Il problema è che la città non è dimensionata a gestire un pubblico di tali dimensioni: non ha parcheggi sufficienti per le auto; non ha piazzole di sosta sufficienti per i camper; non ha nemmeno vere aree di sosta per i pullman; non ha strutture ricettive sufficienti a mantenere i prezzi a un livello ragionevole, scatenando una ignobile corsa al rialzo (spesso in nero); soprattutto, non ha un’area fieristica delle dimensioni giuste, cosa che spinge (con la soddisfazione delle attività poste nel centro storico) a disperdere la fiera per tutto il centro, obbligando a lunghe camminate che – per chi resta un giorno soltanto – arrivano a portare via un terzo del tempo se si vuole arrivare anche ai punti ‘lontani’ come la deludente mostra sulla Atari o ancor più il Japan Palace. Inoltre, questo afflusso enorme rappresenta anche un rischio per l’incolumità dei visitatori: nel centro storico sono state installate transenne per governare il flusso e imporre se necessario lo stop agli ingressi o il senso unico; tuttavia, nulla è stato fatto per gestire chi si avviava lungo viale Luporini per raggiungere la fiera o per chi si recava a piedi, sempre lungo una strada statale, verso il Japan Palace dato che il servizio navette non ha retto alla richiesta del numerosissimo pubblico nippofilo; la segnaletica per raggiungere i vari padiglioni sparsi era decisamente migliorabile. Comune di Lucca e organizzatori devono quindi interrogarsi sull’opportunità di avere nel 2023 un altro evento con una platea potenziale pagante di 375mila persone in cinque giorni dal momento che ogni ipotesi di spostare la fiera dal centro storico per ‘concentrarla’ altrove è impercorribile per varie ragioni, incluse politiche.

La gran parte del pubblico, ‘affamato di Lucca’ come aveva detto qualcuno degli organizzatori, ha comunque preso bene i problemi e gli intoppi dell’edizione 2023 e la fiera è scorsa nel complesso serena e senza grossi problemi o incidenti degni di nota. Questo è un tributo sia al lavoro degli organizzatori, dai vertici fino alle persone in campo ogni giorno si trattasse dei famosi ‘felpati’ o dei volontari della protezione civile o delle forze dell’ordine, sia alla tranquillità del pubblico di Lucca Comics & Games composto in grande maggioranza da ragazzi/e giovani (in media vent’anni) e famiglie, con naturalmente la guardia pretoriana composta da appassionati di giochi, fumetto, cosplay e altro a rappresentare una percentuale tanto minoritaria (ma non minima) quanto vocifera e agguerrita – specie sui social network. E come si è orientato questo pubblico nelle sue preferenze? Vi erano certamente timori a fronte della situazione economica e la ‘paura delle bollette’ che ha già flagellato i consumi, insieme all’incertezza politica che però dovrebbe essersi risolta dopo le elezioni. Qui possiamo parlare solo per i Games: a quanto ci dicono espositori e visitatori che sono rimasti tutti e cinque i giorni i giochi di ruolo avrebbero avuto un grande successo anche a livello commerciale (fatto che non sorprende visto che trovarli nei negozi diviene sempre più difficile, Dungeons & Dragons a parte) mentre i giochi da tavolo sarebbero stati plebiscitati a livello di demo e partite (molti stand registravano il ‘tutto esaurito’ ai tavoli già nella tarda mattinata di venerdì) quanto non particolarmente fortunati in termini di vendite. Qui però entra in gioco un fattore esattamente contrario, la facile disponibilità dei titoli più richiesti e attesi nei negozi e presso i siti di vendita on line (specie gli svenditori anche se i ranghi di questi ultimi si sono – temporaneamente – ridimensionati). I giochi di carte non hanno la loro dimensione più autentica a Lucca Comics & Games e neppure i giochi di miniature, pur avendo comunque una presenza importante con aree ed espositori dedicati: segnaliamo in particolare un apparentemente grande interesse per One Piece Card Game, probabilmente ‘spinto’ dall’anteprima del suo film.

E i Campfire? La rete dei negozi che “permette di vivere la fiera al di fuori della fiera” nel 2022 non è andata molto bene. Il lavoro preparatorio è di fatto cominciato la seconda metà di settembre, ci han detto molti negozianti, con un panorama di proposte davvero modesto e l’assoluta mancanza della Bag Of Lucca che – seppure non esaltante come contenuti- era un incentivo a recarsi in negozio anche per chi non lo frequentasse o addirittura conoscesse. Quasi tutti ci hanno segnalato che a partecipare agli eventi sono stati solo clienti abituali o comunque persone già note e anche la mappa interattiva ha avuto diversi problemi: fino a una decina di giorni dal via della fiera la città di Roma registrava la strabiliante cifra di sessantatré Campfire ( !) e negozi pur presenti sulla lista non erano presenti sulla mappa. Un progetto, insomma, decisamente da rivedere.