Di Ciro Alessandro Sacco e Flavio Faini

Code, code e ancora code

Dopo l’esordio del 2019 e la pausa forzata, causa Covid, del 2020 ecco tornare GardaCon, la manifestazione nerd organizzata a Montichiari (provincia di Brescia) che rappresenta il solo evento del genere nella provincia. Un evento che rispetto all’edizione 2019 è stato davvero molto, molto popolare dal momento che sabato le code hanno raggiunto la durata di oltre un’ora mentre domenica per entrare abbiamo dovuto attendere oltre un’ora e mezza. Le code, come il nostro fotoreportage dimostra, hanno raggiunto una dimensione davvero epica, al livello della Lucca Comics & Games dei giorni ‘migliori’, e sono state (quantomeno domenica) decisamente mal gestite. La mancanza di indicazioni chiare ha fatto sì che la grande maggioranza dei visitatori si concentrasse in una sola fila, mentre esisteva un secondo ingresso e una seconda fila decisamente più corta. Da notare anche la assoluta mancanza pe ore di steward e forze dell’ordine (i vigili urbani di Montichiari che hanno fatto un paio di giro in auto…) che sono comparsi (e piuttosto di cattivo umore) solo dopo le 11.30 per cercare di governare questo assembramento che per fortuna poco dopo ora di pranzo è diventato molto più limitato con attese di dieci, massimo quindici minuti. Alla fine, poco dopo mezzogiorno, abbiamo fatto ingresso nei padiglioni della Fiera di Montichiari.

Una fiera ampia ma snobbata dagli editori

La risposta del pubblico, come le code dimostrano, è stata davvero molto forte, assai superiore all’edizione del 2019, complice sicuramente la ‘voglia di fiera’ che ha spinto persone provenienti dalle province attorno a quella di Brescia a recarsi a una manifestazione che prometteva molte attrattive: fumetto, giochi, videogiochi, cosplay, influencer, Giappone e altro ancora. Quanto le promesse sono state mantenute? Le strutture fieristiche a disposizione di GardaCon sono certamente di alto livello, i padiglioni ampi e i servizi forniti all’altezza. Ciò che ci ha deluso è la qualità, non tanto la quantità, degli espositori: la stragrande maggioranza negozi e mercanti, con un numero assai limitato di editori presenti. Non intendiamo con questo dire che chi non sia editore appartenga a un genere ‘minore’ di espositore, ma se si va a una fiera ci si aspetta di incontrare (almeno nel nostro caso) chi il materiale di pop culture lo produce. Invece, molto poco: possiamo segnalare l’Editoriale Cosmo, Cyrano Comics (con uno straordinario albo dedicato a Conan il Barbaro), Supernova (il marchio editoriale per i giochi da tavolo di Manicomix Distribuzione) e poco altro. Se l’assenza degli editori di giochi, in gran parte presenti a Play la settimana prima, era inevitabile (non a caso Supernova ha sede a Brescia…) meno comprensibile la presenza quasi nulla di negozi locali che hanno perso una bella opportunità di farsi conoscere e promuovere con la sola eccezione di un negozio pop culture proprio di Montichiari.

Le aree tematiche

A parte l’aspetto commerciale, la fiera aveva a disposizione aree dedicate ai videogiochi (compresi videogiochi retro e ‘cassoni‘ con giochi d’annata che però abbiamo il sospetto fossero tutti su emulatori), ai Lego, al gioco da tavolo (su cui parleremo in dettaglio), al Giappone e alcune aree per conferenze e incontri con ‘personalità (influencer, doppiatori, etc.), spazi per vari fan club di film e telefilm di fantascienza e non, e una artist alley‘ con un buon numero di disegnatori. Le aree erano in media abbastanza ampie (quella dedicata ai Lego, beneficiante di un grande fattore spettacolarità, davvero grande e visitatissima) e frequentate anche se dobbiamo dire con un certo rammarico che una percentuale rivelante dei giochi su cassone non funzionava o era proprio spenta, probabilmente a causa dell’assalto dei pubblico (e soprattutto dei ragazzini). Le aree videoludiche in cui gli organizzatori esercitavano un controllo più… occhiuto, ad esempio con le piattaforme e le consolle retro (citiamo Commodore 64 – immancabile – e perfino il Vectrex!) avevano invece giochi quasi sempre funzionanti. Il Giappone aveva un padiglione tutto per sé che però non pareva molto frequentato, perlomeno nelle ore in cui siamo stati presenti. Neanche le aree per gli incontri sono state affollate, il massimo che abbiamo visto è stata un’area con una ventina di presenze più l’ospite. All’interno della fiera non erano poi presenti cartelloni con la planimetria della manifestazione né abbiamo visto cartelli o indicazioni che guidassero il pubblico in questa o quella area tematica: in questo gli organizzatori potrebbero prendere esempio da quanto fatto anche a Lucca Comics & Games che invece è ricchissima di segnaletica di questo genere. Altro elemento da notare: GardaCon non ricicla! I (numerosi e spesso svuotati) bidoni della spazzatura erano il classico ‘bidone generico’ che si sperava fosse diventato fuori moda.

Giochi da tavolo: un parente (molto) povero

Infoludiche è un sito dedicato al gioco da tavolo e quindi dedichiamo un’analisi più attenta a questo aspetto della fiera. La ‘area gioco’ di GardaCon era abbastanza ampia e affidata alla gestione di due associazioni locali e nel periodo in cui siamo stati presenti era abbastanza frequentata, sebbene non affollatissima. Gli espositori legati al gioco da tavolo specificamente erano solo due, Supernova e Dodo che presentava un suo gioco da tavolo: qualche espositore proponeva giochi da tavolo e soprattutto giochi di carte collezionabili. Era anche presente l’Area Autoproduzione del noto Angelo Porazzi, ma a parte il suo Warangel contava un autoproduttore di libri e uno di oggettistica (non proprio in carattere con il gioco da tavolo). Per il resto il programma di GardaCon era silente: nessun evento, nessun incontro, nessuna mostra e questo è un peccato perché anche nel Bresciano non mancano esperti, eidtori, autori e illustratori anche di una certa fama. Avevamo nelle settimane scorse inviato una intervista al curatore (anche) dell’area gioco da tavolo su indicazione della segreteria organizzativa che però non ha mai risposto alle nostre domande: dopo la nostra visita crediamo di capirne il perché. Nel complesso, insomma, la parte ‘gioco da tavolo’ di GardaCon è rimasta al livello del 2019: molto deludente. Speriamo che nel 2022 ci sia un cambio di tendenza.

Giudizio complessivo

A parte la pessima esperienza delle code interminabili per entrare, la seconda edizione di GardaCon è stata comunque un evento piacevole per noi e crediamo per chi fosse interessato al tema della pop culture in generale. Finché manterrà le caratteristiche che abbiamo descritto (soprattutto la presenza quasi nulla di editori e produttori) sembra davvero improbabile che la fiera possa assurgere a livello di evento di primo piano. Inoltre, è possibile che passata la ‘fame di eventi’ di cui ha certamente beneficiato il flusso di pubblico si riduca l’anno prossimo. Tuttavia, è stata una esperienza interessante e che possiamo consigliare soprattutto a chi vive nel Bresciano e nelle provincie circostanti – basta essere realisti nelle proprie aspettative.