Di Ciro Alessandro Sacco

Il sospirato annuncio

Dopo l’annuncio della cancellazione dell’edizione 2020 di Play, pochi giorni dopo la ‘conferma’ che si è rivelata illusoria di fronte alla rivolta degli espositori (vedi “DOPO LA CONFERMA, I DUBBI E LA CANCELLAZIONE: PLAY 2020 CANCELLATA”), molti attendevano un annuncio da Lucca Crea, società che organizza Lucca Comics & Games. Superata la “granitica scadenza” del 28 giugno senza aggiornamenti la fabbrica delle voci si era messa al lavoro a pieno ritmo fino al 10 luglio in cui Lucca Crea ha rivelato la sua posizione: l’edizione 2020 si farà… con la formula dei “quattro eventi in uno” e “cambiata e diversa da come tutti la conosciamo”. Questo annuncio non ha mancato, inevitabilmente, di scatenare discussioni e polemiche in un segmento (non la totalità) del pubblico degli appassionati e qualche buontempone (o maligno, a seconda dei punti di vista) non si è fatto attendere nell’usare il nome “Lucca Covid & Games” che ha scatenato anche qualche malumore tra alcuni collaboratori dell’evento.

La formula “Quattro in Uno”

Da quanto si comprende nel comunicato stampa, questa formula riprende in almeno due punti esperienze e idee proposte all’estero anche se per ora non sviluppate: la prima è l’evento virtuale (analogamente a UK Game Expo in Gran Bretagna, Gen Con e San Diego Comicon negli Stati Uniti e Spiel in Germania, ad esempio) “per offrire appuntamenti unici anche a chi sarà lontano e con chi sarà lontano: eventi in diretta e on demand, attività su prenotazione con pacchetti premium, anteprime e proiezioni, consigli per gli acquisti” e anche il coinvolgimento (in forme ancora da comunicare) degli appassionati grazie a “contenuti sviluppati ad hoc provenienti anche dalla community”. La sfida principale sarà naturalmente monetizzare in qualche misura l’evento virtuale (questione che domina anche gli organizzatori degli altri eventi) ma su questo gli accenni a “pacchetti premium” e “consigli per gli acquisti” mostrano una chiara (e comprensibile) intenzione di lavorare in tal senso. La seconda, più vaga, è la presenza come Main Media Partnership di RAI e RAI Radio 2 che “scendono in campo per supportare il grande evento pubblico dedicato al fumetto e al gioco in un momento storico in cui il sostegno per la ripartenza delle manifestazioni culturali diventa un vero e proprio impegno di servizio pubblico”. Comunque, tutti gli altri storici media partner di Lucca Comics & Games non sono stati dimenticati dal momento che “altri media partner avranno un ruolo di primo piano mettendosi alla prova per sperimentare e intraprendere nuove strade insieme al festival”.  Attendiamo di vedere come in concreto si svolgeranno sia la main partnership che la “messa alla prova” degli altri, certamente più piccoli, media partner. La terza iniziativa, che riprende l’interessante idea della cosiddetta Pop-Up Gen Con, lanciata nel 2019, prevede una serie di eventi, iniziative e anteprime nei negozi specializzati sotto il nome di Lucca Campfire. In questi eventi “gli editori potranno proporre contenuti speciali e le uscite del momento, in filo diretto con le attività svolte a Lucca e negli altri campfire”, iniziativa che ha riscosso molto interesse fra una parte importante dei negozi di giochi e fumetti. Va tuttavia segnalato che Pop-Up Gen Con è stata cancellata nel 2020 per in sostanza le stesse ragioni per cui la manifestazione è stata annullata. Infine, parte più attesa, la quarta iniziativa: la città “resta il cuore degli eventi”, Lucca Comics & Games quindi mantiene anche una presenza nella propria sede storica. Naturalmente si tratta di una enorme sfida data la pandemia e gli organizzatori scrivono che questa edizione “diversa da come tutti la conosciamo” avrà “una dimensione fisica diffusa, contenuta e diversa dal solito”: quindi, ingresso a qualsiasi area (“cinema, teatri e auditorium”) solo con il biglietto e biglietti acquistabili solo on line (ma il problema del governare le quasi inevitabili file per entrare e le presenze nelle suddette aree sarà a dir poco pressante) e soprattutto il mantenimento di una dimensione di mostra mercato con la presenza di espositori in modalità decisamente poco definite (almeno pubblicamente). Gli organizzatori scrivono che “il progetto relativo alla dimensione espositiva sarà necessariamente scalabile”, quindi ingrandibile o riducibile in base alle richieste degli espositori dai quali ci sono o si attendono “preziosi riscontri” e che dovranno rispettare “modalità di partecipazione specifiche e restrizioni coerenti con l’attualità del momento, con l’ordinanza regionale e in linea con i protocolli AEFI”. Lo scopo di queste restrizioni e limitazioni, naturalmente e lodevolmente, è “garantire la massima sicurezza del pubblico, degli operatori e dei collaboratori”. 

Una conferma inevitabile?

La decisione di mantenere una dimensione ‘fisica’ per l’edizione 2020 di Lucca Comics & Games è stata molto probabilmente inevitabile. Mentre Play rappresenta solo uno dei tanti eventi di rilievo di Modena Fiere e dà un contributo modesto all’economia della provincia di Modena, ben altra è l’importanza di Lucca Comics & Games a Lucca e provincia. Si tratta dell’evento principe dell’anno, insieme al Lucca Summer Festival, e il suo valore economico e promozionale lo mette al centro degli interessi dell’economia e della politica. Le pressioni da questi due mondi su Lucca Crea (società, lo ricordiamo, pubblica e di proprietà del comune) devono essere state fortissime e gli effetti non sono quindi mancati. Resta da vedere che tipo di affluenza di pubblico (ed espositori e sponsor) potrà avere un’edizione 2020 che si presenta, davvero, diversa da come tutti la conosciamo. Sarà la sfida più grande che gli organizzatori, dal direttore Emanuele Vietina in giù, abbiano mai affrontato.