Brescia prima del Gardacon

Si è tenuta il 30 e il 31 marzo la prima edizione della fiera bresciana GardaCon,
un evento atteso in una zona che, malgrado un bacino geografico allettante (Brescia è facilmente raggiungibile da molte altre  città), non ha fin ora sviluppato nessun evento organizzativamente ambizioso, mostrandosi in controtendenza con realtà locali anche molto più piccole e dai mezzi meno potenti. Infatti, dopo i deludenti tentativi del Brescia Nerd Fest di sei anni fa, sembrava che i bresciani sensibili alla cultura nerd fossero condannati a non avere un evento proprio; in assenza di una risposta a un bisogno sentito si è insinuata la proposta del Centro Fiera Spa di Montichiari.

Cos’è Gardacon

Il Centro Fiera Spa di Montichiari è un ente con già all’attivo molti progetti riusciti, seppur in altri ambiti (Golositalia, Fiera dell’Elettronica, etc.): difatti, anche il con  Gardacon si è potuta confermare la sua esperienza nella eccellente gestione di eventi di qualsiasi dimensione: ai visitatori sono stati offerti tre ampi padiglioni dove la disposizione degli stand ha permesso una viabilità fluida e, in generale, un’ottima vivibilità della fiera. Inoltre, servizi indispensabili come un ampio parcheggio e un servizio navette non sono stati trascurati.
Dove il Centro Fiera mancava di know how è intervenuta una collaborazione esterna, con già all’attivo eventi simili; la Direzione Artistica in ambito Games e Youtubers è stata affidata a Lucio Campani, collaboratore di Moderna Nerd negli ultimi tre anni e di altri eventi focalizzati sul videogaming (Gamescollection, VG Perspective). Abbiamo avuto modo di incontrarlo nella giornata di domenica, con già un giorno di fiera alle spalle, per parlare con lui del gioco da tavolo al GardaCon.
E’ Campani stesso a confermarci la soddisfazione della Centro Fiera per l’andamento generale, in particolare per il numero di visite di domenica. A fiera conclusa i numeri dichiarati dalla organizzazione toccheranno, infatti, i 14mila visitatori: una cifra certamente importante.

Visitatori e non giocatori

Ma chi sono questi visitatori e la previsione del loro arrivo come ha influenzato l’idealizzazione della fiera? A essere atteso dall’organizzazione era certamente il pubblico generalista: un mix di visitatori toccati dalla geek e nerd culture senza obbligatoriamente avere un coinvolgimento forte in una branca piuttosto che in un’altra. Infatti il target presente rivelava utenti giovani, se non giovanissimi, e, quindi, molte famiglie.
Questa considerazione iniziale, rivelatasi poi corretta, ha comportato in sede progettuale una sensibile riduzione degli spazi e dei tempi dedicati al gioco non videoludico.

A livello espositivo, infatti, segnaliamo:

  • un’area demo affidata a due associazioni ludiche locali, concentrate sul gioco da tavolo;
  • sporadiche presenze di giochi in stand di negozianti disposti in un’area merceologicamente non caratterizzata;
  • lo stand molto visibile del distributore Game Trade totalmente focalizzato sulla promozione del nascente Dragon Ball Card Game.

Più che le presenze saltano all’occhio, quindi, le assenze: sono mancati gli editori, gli incontri, i tornei e gli ospiti che animassero interesse per il gioco da tavolo; sono, inoltre, assenti del tutto il gioco di ruolo e al war game in qualsiasi forma ed espressione.
Domandando una sua opinione su tali vuoti, il Direttore Artistico Campani ci ricorda che, malgrado l’affinità merceologica che unisce fumetto e gioco, il riscontro in un pubblico generalista spesso non premia le vendite e, di conseguenza, rende poco appetibile per gli operatori del settore queste fiere. Un ragionamento valido soprattutto se è un evento al primo anno e soprattutto in un panorama editoriale che vede in questi ultimi anni un coinvolgimento, a detta di Campani, sempre più ridotto degli editori nelle fiere. Certamente l’assenza di un pubblico di giocatori abitudinari ha spostato l’interesse verso il cosplay e il fumetto. Quale altro fattore ha, però, contribuito a tali decisioni?

Nessun editore e nessun negoziante locale

Inutile negare l’ovvio: la vicinanza con il secondo (se non primo) evento ludico italiano, Modena Play, ha chiuso le porte a qualsiasi possibilità di avere la presenza di editori a Brescia. Play (insieme a Lucca Comics & Games) è un ‘buco nero’ fieristico: risucchia tutto ciò che gli gravita attorno, in primis editori e, in seconda istanza, autori, operatori del settore e gioco organizzato. La presenza di un solo operatore del settore, Game Trade, sembra confermare questo ragionamento. Ma allora perché non affidarsi agli operatori più legati al territorio e meno agli eventi di portata nazionale come il Modena Play? Perché non contattare i numerosi negozianti del bresciano? Infatti, in fiera i pochi negozi a trattare (anche) di giochi presenti non erano della zona. Chiariamoci: non vuole essere tale annotazione un inno alla brescianità a tutti i costi. Ben vengano negozi da tutt’Italia, ma perché i negozi bresciani del gioco (e del fumetto) non c’erano? Interrogati, questi han confermato di non esser stati contattati né come collaboratori all’interno della fiera, né per promuovere l’evento nei loro canali privilegiati. Il Centro Fiera, il quale ha così abilmente promosso l’evento su piattaforme tradizionali (cartellonistica, pubblicità radiofonica, contatti con la stampa locale, etc) e social (una pagina Facebook molto curata e con buoni numeri), mancando di coinvolgerli, ha perso l’occasione di avere il bagaglio di visibilità e contenuti che un operatore locale si porta inevitabilmente dietro.
A tale appunto Campani ammette che ha giocato il fattore ‘primo anno’ che ha portato con sé un’organizzazione ricalcata su precedenti esperienze non appartenenti al tessuto locale (stiamo parlando, nel particolare, di Modena Nerd), in quanto già attrezzate e rodate; questa scelta certamente ha permesso di rispondere bene a tempi organizzativi brevi, ma ha al contempo escluso gli operatori locali. Contemporaneamente Campani garantisce, però, che a fronte di una maggiore disponibilità di tempi, mezzi e forti dei buoni numeri ottenuti, l’edizione del prossimo anno supererà il problema inerente il suo non nascere nel territorio, puntando a un coinvolgimento maggiore di negozianti, editori, autori e associazioni locali.

Un Primo Anno Minore

Gardacon, è un evento nel complesso molto ben riuscito, ma purtroppo deluso gli appassionati di gioco incuriositi da questa nuova nascente realtà. Nella necessità di consolidarsi, la fiera non ha voluto disperdere le proprie forze in un’area Games che, a fronte della mancanza di tempo e  contatti, avrebbe deluso molte aspettative, lasciando quindi che la parte non videoludica passasse un po’ in sordina. Lucio Campani stesso ammette che dare gran cassa a un evento che poi non avrebbe corrisposto alle attese sarebbe stato deleterio: portare gli operatori dell’editoria ludica ad assistere un a un primo anno non brillante per quanto riguarda il loro settore avrebbe solo scoraggiato la partecipazione negli anni avvenire. Meglio un inizio più umile con un margine di miglioramento da colmare lungo il tragitto delle edizioni future; a tal proposito Campani usa l’espressione “un percorso che va a crescere”, sottintendendo un impegno maggiore già a partire dalla prossima edizione.
In sintesi, possiamo dire che il successo complessivo del Garda Con non allieva le criticità riscontrate in merito al gioco intelligente; possiamo, però, affidarci a questo “percorso che va a crescere”, sperando che porti con sé un maggiore coinvolgimento a livello locale e una maggiore cura contenutistica e consegnando finalmente a Brescia la fiera (anche ludica) che merita.

(reportage a cura di Francesca Mondelli)