Chi ci segue sa che Infoludiche.org non fa marchette e non pubblica autocelebrazioni o comunicati stampa mascherati da prodotto della redazione. Questa volta però facciamo un’eccezione riproponendo un articolo dell’amico Nando Ferrari il cui negozio/distributore ha raggiunto un’anzianità straordinaria in qualsiasi campo del commento: ben quarant’anni!

Di Nando Ferrari

Il 21 maggio 1981 aveva inizio la più lunga avventura della mia vita. Il negozio I Giochi dei Grandi faceva la sua comparsa in un vicoletto di Verona, a pochi passi dall’arena. Ci volle una notevole dose di giovanile entusiasmo e di considerevole follia per investire i pochi (pochissimi!) risparmi disponibili in un settore che nessuno aveva fino ad allora tentato di esplorare in modo così specifico. La mia passione, per i giochi in generale, era stata ereditata da mio padre, con il quale, sin da bambino, mi ero cimentato in ogni sorta di gioco da tavolo allora possibile. Non ce n’erano molti in circolazione (ricordo Monopoli, Risiko, il Totopoli…) e quindi ci arrangiavamo spesso con quelli pubblicati dal Corriere dei Piccoli. Si trattava di giochi da ritagliare dopo aver incollato le pagine su un cartoncino. Erano quasi sempre delle… boiate pazzesche, come direbbe il mai dimenticato rag. Ugo Fantozzi, basati inevitabilmente sulla fortuna più sfacciata. Eppure ce ne furono alcuni che non erano male, almeno dal punto di vista grafico. Ricordo un gioco sulle gare di sci, uno su quelle di ciclismo in pista, ma in particolare un gioco sulle olimpiadi, con gli atleti (una quarantina!) di tutte le nazioni. Io me la cavavo in disegno tecnico e così realizzai un gigantesco circuito per dare vita ad una variante (inventata da mio papà) per simulare la… maratona! Giocavamo tirando 7 dadi per ogni corridore e ci mettevamo dalle 3 alle 6 ore per finire una partita (a seconda dei giri di pista), con notevole sconcerto di mia mamma, che ci vedeva così terribilmente assorti in “quella cosa lì”. C’era anche un gioco carino sulla battaglia navale di Trafalgar, con i figurini di tutte le navi principali e una forza di fuoco che dipendeva dalle file di cannoni. Costringevo mio papà a tenere sempre gli inglesi, perché, a pelle, mi stava più simpatica la flotta franco-spagnola di Napoleone. Quando divenni “grande” scoprii i wargames e decisi che qualcuno, in Italia, doveva pur farlo. Ovvero aprire un negozio specializzato, sì, in giochi in generale (non in giocattoli per bambini), ma soprattutto fortemente specializzato proprio nei wargames. Si trattava di una pericolosa scommessa. Quei giochi erano un prodotto di nicchia (e lo sono tutt’oggi) e quindi non avrebbero garantito lauti guadagni. Negli anni successivi ci volle altro per far crescere la ditta in modo apprezzabile, ovvero i giochi di ruolo, quelli di miniature, ma, soprattutto, i giochi di carte collezionabili (Magic, Pokémon, Yu-gi-oh, ecc.). All’inizio eravamo in due, io e mia sorella. Ricordo che il suo stipendio era di 120.000 lire al mese (60 euro odierni!), mentre l’affitto era di 700.000 lire. Il negozio era piccolo, 60 mq, inclusi 15 mq di magazzino. Nei primi due mesi non c’era ancora il telefono e andavo a fare gli ordini in una cabina di Piazza Bra, con i gettoni. Nel giro di poco tempo la tecnologia fece la sua comparsa. Prima l’agognato telefono, poi un computer (un Commodore 64!!), poi una fotocopiatrice, poi un vero gioiello della tecnica, un fax! Era un apparecchietto piccolo e con carta chimica e costava una fortuna (1.800.000 lire, che per allora erano tantissimi soldi). Eppure grazie a quel coso lì potevamo fare gli ordini ai nostri fornitori americani in tempo reale, mentre prima occorreva andare in posta e spendere qualcosa come 25.000 lire per spedire una busta piena di moduli d’ordine. Ci furono due svolte fondamentali nella vita della azienda, delle quali vado ancora molto fiero e per le quali I Giochi dei Grandi viene da tutti ricordato.

IL CATALOGO

Nessuno aveva ancora pensato a realizzare un catalogo completo di tutti i giochi presenti sul mercato. Era un lavoro estenuante, certosino, immane, costosissimo, ma pensai che valesse la pena affrontare quella sfida. Fu un grande successo. Migliaia di giocatori si vedevano arrivare a casa gratuitamente un volume, sempre più grande (l’ultima edizione superava le 200 pagine), con elenchi, valutazioni, descrizioni di tutti i wargames (e non solo) di TUTTE le case editrici. I fornitori americani, che incontravo ogni estate in occasione delle fiere di settore (Gen Con e Origins) mi chiedevano sempre una copia, anche se era scritto in italiano. L’ultima edizione stampata, 1999-2000, richiese il noleggio di un maxi furgone per poter trasportare in posta le 12.000 copie in partenza, che furono suddivise, come richiedevano le normative postali di allora, in pacchi in ordine di CAP. La stesura del testo e le sue correzioni in tipografia richiesero sei mesi. Ricordo che la spesa si aggirò sui 50 milioni di lire (di allora!), ma i fatti dimostrarono che l’investimento aveva avuto un senso.

LE CONVENTION

Un altra novità introdotta da I Giochi dei Grandi fu quella di organizzare una raduno annuale di giocatori. Il primo, VER-CON 84, si svolse nella prestigiosa sala Grani del Palazzo della Gran Guardia (quello di fronte all’arena di Verona!) e vide la partecipazione di 220 intrepidi giocatori giunti da tutta Italia per prendere parte alla convention di tre giorni, ricca di tornei a premi. Da quell’anno iniziò in forma stabile il concetto di una “CON”, che si disputava a settembre in una città diversa, generalmente Verona, Modena e Padova, con un’edizione, da noi organizzata, anche a Roma. L’ultima VER-CON si svolse alla fiera di Verona nel 2006 e vide la partecipazione di quasi 4.000 giocatori. Poi prese vita in forma stabile la famosa Play di Modena, che è viva tutt’oggi e vede oltre 30.000 giocatori partecipanti, con numeri sempre in crescita. Anche I Giochi dei Grandi crebbe e diede grandi soddisfazioni. Un organico, arrivato a 10-12 persone negli anni di punta, vide l’avvicendarsi di numerosi collaboratori (commesse, magazzinieri, traduttori, programmatori) nel corso dei 40 anni di storia. Tutti ragazzi e ragazze che desidero qui ringraziare per il contributo che diedero (e che danno ancora!) nel portare avanti questo sogno. Così come non dimentico le migliaia e migliaia di clienti che ci hanno sempre sostenuto e con alcuni dei quali si è anche instaurato un rapporto di piacevole amicizia, in particolare nel corso delle varie manifestazioni che ci hanno visti protagonisti. Con i suoi 40 anni I Giochi dei Grandi può vantare il titolo di negozio di wargames più longevo in Italia. E’ stato bello farlo nascere ed è un piacere, dalla pensione, vederlo vivere. Grazie a tutti voi