Di Ciro Alessandro Sacco

Ho contattato Play – Festival del Gioco e Lucca Crea (società che organizza Lucca Comics & Games) per sapere se le due manifestazioni leader del gioco hobbistico in Italia avessero intenzione di organizzare qualche evento per un importantissimo anniversario del mondo del gioco. Parlo naturalmente del quarantesimo anniversario del gioco di ruolo Il Richiamo di Cthulhu, comparso per la prima volta nel 1981 (in Italia arrivato nel 1990) e giunto alla settima edizione. Mentre una risposta da Lucca Crea deve ancora arrivare, quella da Play è già arrivata: Matteo Bisanti, responsabile dei giochi di ruolo a Play, mi ha scritto che “purtroppo non ci saranno eventi di celebrazione” anche se ci sarà comunque un torneo…

Mi viene spontaneo chiedere come mai una manifestazione di questo tipo abbia deciso di ignorare quella che è comunque una pietra miliare del mondo ludico: grazie a Il Richiamo di Cthulhu è nata tutta la famiglia dei giochi (di ruolo, da tavolo, di carte…) che adesso affolla ludoteche, negozi e manifestazioni grandi e piccole, per tacere dei tavoli di gioco di moltissime persone (me compreso ovviamente). Il gioco ha anche ispirato una serie di videogiochi di successo sin dagli anni ’80 (Alone in the Dark anyone?) e rivitalizzato l’interesse per le opere di H.P.Lovecraft (quanti hanno cominciamo a leggerle dopo aver scoperto questo gioco? Moltissimi), prima confinati ad editori con modeste tirature, incentivando indirettamente l’influenza lovecraftiana nel cinema e nella televisione. Insomma, un impatto molto simile a quello che ha avuto il gioco di ruolo Dungeons & Dragons nel campo del fantasy, dimensioni a parte.

Nondimeno, tutto questo non sembra essere sufficiente perché chi organizza Play decida di celebrare questo quarantesimo anniversario in qualche modo: non mostre, non incontri, non autori, non illustratori – nulla. Mi viene quindi da interrogarmi sul perché con due possibilità: chi organizza Play non era a conoscenza dell’anniversario (quindi non ha pensato a nulla) oppure ha ritenuto che non valesse alcuna iniziativa ‘mirata’ e che un torneo sarebbe stato sufficiente. Si tratta di un vero peccato perché se a mio giudizio il settore del gioco (di ruolo e non) deve crescere, dovrebbe anche preoccuparsi di ricordare e analizzare le pietre miliari della sua storia, specie se hanno avuto come in questo caso un’influenza che va bene al di là del ‘solo’ mondo dei giocatori. Se si è davvero convinti che il gioco sia cultura, io lo sono e anche Play credo lo sia, queste occasioni di riflessione non dovrebbero andare sprecate.

Non è troppo tardi, mi auguro che Play ci ripensi. Intanto spero in Lucca Crea e Lucca Comics & Games che già ha organizzato una mostra per il trentesimo anniversario (a cui anche io avevo partecipato con alcuni materiali) e invitando Sandy Petersen.