Chiudiamo la lunga serie di articoli dedicata all’edizione 2022 della manifestazione pop culture più importante d’Europa con una serie di pareri fornitici da espositori grandi e piccoli. Li abbiamo raccolti settimane dopo la manifestazione così che i pareri potessero essere al massimo sereni… dando anche il tempo ai nostri referenti di tirare il fiato! Le nostre domande erano: “Qual’è il giudizio complessivo che date della vostra partecipazione alla fiera, sia come riscontro commerciale che di presenza a demo e proposte di gioco? Quale poi il punto migliore dell’organizzazione e quale invece quello su cui forse occorrerebbe lavorare ancora un po’?”. Si registra una grandissima soddisfazione, unita a vari suggerimenti e perfino una o due lamentele…

Officina Meningi: “Diamo un giudizio estremamente positivo. È stato come ritornare a prima del Covid, ma con il padiglione Carducci più vivibile. Dal punto di vista commerciale è stata una delle migliori annate, mentre le giocate di Last Sabbath e Blood Sword avevano sempre tutti i posti prenotati. Da questo punto di vista, gran merito all’organizzazione! Quello che sicuramente è venuto a mancare quest’anno è uno spazio dedicato alle autoproduzioni nell’area Games”.

Serpentarium; “Lucca è sempre Lucca, o meglio, Lucca è di nuovo Lucca! Dare una valutazione a dieci giorni di distanza? Un sogno che torna a essere realtà! Rivedere tanti amici, tanta passione, tanti sorrisi, per noi è il senso vero del nostro lavoro e gli anni senza fiera per noi sono stati emotivamente duri da digerire. Dal punto di vista commerciale è stato un anno particolare per noi, difficile confrontarlo con gli anni precedenti, perché mentre un tempo tutte le uscite (soprattutto Sine Requie) erano puntate su Lucca, ora usciamo in vari momenti dell’anno: le due novità di Sine Requie, per esempio, saranno annunciate a fine mese o ai primi di dicembre. Inoltre lo shop on-line va a gonfie vele, coprendo un’ampia parte dei nostri giocatori storici. Siamo quindi arrivati con un stand piccolissimo e solo due novità: Dungeon Crawlers e il terzo librogioco de L’Ultima Torcia ma ciononostante già la mattina del primo giorno avevamo ripagato tutte le spese e al quinto giorno avevamo chiuso con un attivo superiore alle nostre più rosee aspettative. Quindi diremmo: BENISSIMO! Non gestivamo tavoli demo, Lucca Comics & Games per noi è un modo per incontrare le persone, non tanto per farle giocare ai nostri giochi, anche perché molti nostri titoli richiedono ambienti più tranquilli per dare il massimo. Il punto forte? Il Carducci. Da quando è stato allargato è super vivibile, c’è aria, non c’è ressa, si sta proprio bene! Abbiamo visto che parte del tendone è stata afflitta da un problema di polvere dall’esterno, ma a noi è andata bene. Da migliorare? Un parcheggio standisti per non farsi 25 minuti di camminata a piedi tutte le mattine sarebbe stato gradito… non abbiamo più vent’anni! Gli altri piccoli problemi si sono risolti facilmente, una macchina così mastodontica non può non averne. Uscire dalla città all’ora di chiusura ha richiesto tempi anche superiori a un’ora… pazzesco. La città (non la fiera!) deve imparare a gestire un flusso di auto del genere: c’erano rotonde che diventavano semplicemente invalicabili se ci si trovava nella traversa sbagliata”.

DV Giochi/Ghenos Games: “Come espositori del padiglione Games (Carducci), possiamo sicuramente manifestare la nostra soddisfazione per la gestione dei flussi di pubblico; a quello che abbiamo visto, il tendone dei giardini Carducci non ha mai raggiunto livelli di calca intollerabili, pur con numero di ingressi elevato. Dai visitatori abbiamo avuto notizia di code ingestibili in alcune aree della città, di scarsa comunicazione degli eventi e di prezzi alle stelle ma, restando quasi sempre ancorati al nostro spazio espositivo, non abbiamo esperienza diretta e non riusciamo ad avere una visione d’insieme. Abbiamo avuto la percezione che molti non-giocatori e giocatori occasionali che negli anni passati venivano al padiglione Games casualmente e di passaggio, siano diventati visitatori consapevoli e giocatori abituali. Questa impressione può essere condizionata dal fatto che DV Games e Ghenos Games si trovavano per la prima volta a giocare nella stessa squadra dentro alla struttura del padiglione Games e nella manifestazione “a pieno regime”. Il riscontro commerciale è sicuramente positivo e superiore alle aspettative, così come l’interesse mostrato per i giochi in dimostrazione e per tutti gli eventi che abbiamo portato avanti durante la fiera. Auspichiamo che in futuro siano previsti degli spazi appositi per il gioco organizzato.  Segnaliamo inoltre che il nostro staff ha molto sofferto il problema della polvere che inaridiva naso e gola causando anche difficoltà respiratorie; ipotizziamo che la ragione fosse il caldo anomalo”.

Edizioni Librarsi: “Abbiamo partecipato come espositori dopo tre anni di pausa (l’ultima nostra Lucca era nel 2019) con ottimismo ma anche qualche dubbio sul possibile ritorno ai livelli di vendite pre-pandemia. Invece siamo rimasti positivamente colpiti sia dall’affluenza che dal riscontro economico al di sopra delle aspettative”.

Asmodee Italia: “Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti e della risposta del pubblico che, finalmente, è potuta ritornare a sedersi ai nostri tavoli a Lucca C&G. Per la prima volta abbiamo sperimentato una piccola area eventi all’interno del nostro stand, nella quale abbiamo avuto il piacere di avere tantissimi ospiti, fra cui Quei Due Sul Server. Sono stati 5 giorni intensissimi, a tratti molto faticosi ma molto gratificanti. Ci sono sicuramente aspetti migliorabili, ma la differenza la fanno sempre le persone con cui collaboriamo da anni, con le quali abbiamo costruito rapporti di fiducia, che sono il vero punto di forza della manifestazione”.

Need Games: “la fiera è andata molto bene, siamo molto soddisfatti sia a livello di pubblico, sia a livello di fatturato, sia a livello organizzativo. La migliore Lucca di sempre (per ora!)”.

Acheron Books: “Giudizio complessivo ottimo, forse la miglior Lucca di sempre per quanto ci riguarda. Pubblico meraviglioso, e vendite straordinarie, anche se forse un po’ ‘dopate’ dalla voglia di recuperare dopo gli ultimi due anni che definire difficili è un eufemismo. Reputiamo forse ancora un po’ debole la possibilità di far giocare i giochi di ruolo al tavolo. Gli spazi dedicati e idonei non sono molti. Alla fine noi a Lucca ci troviamo sempre bene, e i classici difetti, che ormai sono quasi un meme (clima, folla) sono parte integrante della manifestazione. Direi che il punto migliore è lo spirito di Lucca, cioé un’alchimia impossibile da costruire a tavolino, e che la rende una manifestazione speciale, anche in confronto a grandi eventi internazionali. Siamo stati di recente come espositori alla GenCon e alla UK Games Expo, ma devo dire che il fascino di Lucca Comics and Games è impareggiabile. La location fa tanto. Indianapolis e Birmingham non sono esattamente la stessa cosa… Ma questo confronto con le fiere internazionali risponde anche alla seconda parte della domanda, cioé in cosa si potrebbe lavorare. Lucca Comics è “la seconda fiera al mondo dopo Komiket Tokio”, ed è verissimo, per presenze. Però al di fuori dell’Italia questo fatto è poco copnosciuto e, se usciamo dall’Europa e andiamo negli USA, la conoscenza circa l’esistenza di Lucca a volte rasenta lo zero. Il motivo è semplice. GenCon, UKGE, Essen, sono fiere internazionali, con publisher e player internazionali, dove si parla inglese. Lucca invece è una immensa, meravigliosa fiera locale. I nostri partner internazionali a volte ci chiedono di Lucca, ma poi alla fine decidono di non venire mai come espositori, e lo capisco: non si parla inglese, non si vende in inglese, non ci sono altri interlocutori esteri. Intendiamoci: Lucca va benissimo così. Ma secondo me un giorno la fiera potrebbe chiedersi se si vuol fare prima o poi un percorso internazionale. Per la bellezza del posto, la capacità manageriale, e l’audience di partenza, io credo che le possibilità ci siano, e che Lucca potrebbe un giorno diventare un punto di riferimento mondiale tanto quanto GenCon o Essen. E’ chiaro che si tratterebbe di un cambio di paradigma non banale, ma ci piacerebbe che si iniziasse a percorrere anche quella strada”.