Lucca Games XX anniversario

Dopo l’incontro con il pubblico, Bruce Heard ha tenuto un seminario (nel quadro del programma Educational curato da Andrea D’Urso) dedicato alla creazione di mondi e regole di gioco, con enfasi posta sulla creazione dei mondi. Domenica mattina alle undici quindi un folto gruppo (una ventina) di aspiranti autori e curiosi si e’ riunito nella sala di Villa Gioiosa per ascoltare Heard. E’ stato un incontro molto lungo e interessante, tenuto in lingua inglese senza traduzione (anche se il traduttore era comunque presente), fatto che ha permesso di ottimizzare il tempo a disposizione.

L’elemento su cui Heard ha insistito maggiormente e’ certamente la necessita’ di proporre materiale che sia unico, soprattutto per progetti che ambiscano alla pubblicazione. Un progetto realizzato per essere pubblicato, sia da editori (per cui Heard non pare avere una grandissima opinione essendo – per usare le sue parole – stato lui stesso uno di loro alla TSR) che auto-pubblicato o kickstarterato deve essere in primis unico. L’autore deve chiedersi in cosa il suo lavoro sia unico rispetto agli altri e, se non trova questo elemento di unicità’, tornare al lavoro per trovare il quid che incuriosisca i potenziali acquirenti, soprattutto nella creazione di un mondo fantastico.

A proposito di editoria, Heard ha detto che oggi grazie a canali come Kickstarter e Amazon non e’ più’ indispensabile trovare un editore tradizionale per poter pubblicare: ha anche detto, a meta’ fra il serio e il faceto, che nulla probabilmente gli farebbe più’ piacere di avere un grosso editore approcciarlo per chiedere i diritti delle sue opere e rispondergli “No…”. Una domanda del pubblico ha anche toccato il rischio di pubblicare le proprie idee su Internet: Heard ha detto di essere favorevole alla pubblicazione di un’opera, ma di non consigliare la pubblicazione di idee che potrebbero essere facilmente usate da terzi. Nulla vieta, con qualche precauzione, di inviare un pdf con idee ad amici e conoscenti via email per avere un parere, ma la ricerca di un feedback dovrebbe essere fatta pubblicando un’opera (per quanto piccola) completa e quindi protetta dal diritto d’autore.

Bruce Heard ha anche descritto in dettaglio tutti gli elementi che un autore di un nuovo mondo fantastico deve considerare: geografia, politica, economia (ha suggerito di non strafare con le monete dal momento che il sistema economico di Dungeons & Dragons e’, ha detto, folle ma ha un perfetto senso di gioco e non sono molti i giocatori appassionati di monetazione e cambi commerciali…), religione, stato, tempo libero (!), magia, tecnologia, razze, gruppi etnici, lingue… e il modo con cui tutti questi elementi interagiscono fra loro. Ha anche sottolineato che la creazione di un villaggio, di un regno o di un intero pianeta sono sfide assai diverse per un autore e spiegato che negli Stati Uniti deve sempre sottolineare ai giocatori che il mulino del villaggio agricolo non può’ trovarsi a decine di chilometri di distanza… dal momento che negli Stati Uniti sono distanze ritenute assai modeste.

E’ stato anche toccato il tema delle mappe: un’altra domanda dal pubblico ha paragonato le accuratissime mappe di Mystara e statunitensi in generale a quelle molto più’ ‘vaghe’ ma affascinanti dei giochi di ruolo britannici (ad esempio Dragon Warriors), trovando quelle made in UK molto più’ suggestive. Heard ha detto che non c’è’ nulla di male nel dare ai giocatori (/e/o lettori) mappe vaghe e imprecise, mappe che rappresentino il mondo (o parti del mondo) come i suoi abitanti lo immaginano anche se la mappa del Dungeon Master/autore dovrebbe invece essere precisa.

Non siamo purtroppo stati in grado di restare fino alla fine (l’incontro e’ stato prolungato oltre le 13 a richiesta di Bruce Heard e dei partecipanti al seminario) ma abbiamo avuto un’ottima impressione dell’ospite sotto tutti i punti di vista: simpatico, affabile, colto, spiritoso, molto aperto (come tutti gli autori statunitensi che abbiamo incontrato), del tutto privo di alcunché’ somigliasse vagamente a supponenza o peggio e sinceramente appassionato del suo lavoro di creatore. Una splendida esperienza.