Si a1è conclusa da pchissimi giorni l’edizione 2014 di Lucca Comics & Games, organizzata all’insegna della Rivoluzione. Rivoluzione proclamata soprattutto per la gestione della manifestazione, evento che ha visto apparire nuovi padiglioni (ad esempio il PalaPanini) e la creazione di nuove aree tematiche data l’ampiezza e il successo di pubblico ottenuti (Japan Palace, diventato il Japan Village). Tutti coloro che frequentano Lucca Comics & Games o conoscono persone che ci vanno sanno che il problema principale della manifestazione è la gestione dell’afflusso di pubblico, dichiarato quest’anno in 400mila presenze, pubblico che (comprensibilmente) si concentra in massa nei giorni festivi, lasciando agli appassionati (specie di giochi e fumetti) i giorni feriali. Il 2014 non sembra aver fatto eccezione con un giovedi definito tranquillo, un venerdì più movimentato ma comunque vivibile, un sabato terribile e una domenica leggermente meno complessa. Sulla carta l’organizzazione aveva fatto molto per favorire la gestione del flusso di visitatori con l’aumento delle biglietterie, l’aumento dei parcheggi, navette dai parheggi più periferici e dalla stazione, il coinvolgimento di comuni limitrofi a Lucca… Tutto questo però non è bastato soprattutto nella giornata di sabato quando il sistema è collassato di fatto con il contingentamento dell’ingresso del pubblico nel padiglione Carducci (la casa dei Games) che ha suscitato malumori fra gli espositori, code di un’ora o più alle biglietterie (Yamato Video ha un… video che fa comprendere la gravità del problema ‘code’ anche domencia 2 novembre), una stazione semplicemente invivibile e code di ore ai due caselli autostradali con auto, autobus, camion e furgoni in entrata e soprattutto uscita.  Il malumore di molte persone si è manifestato nei social network, dove taluni hanno parlato di ore di attesa per riuscire ad arrivare alle banchine della stazione e di treni talmente colmi da essere impossibile salirci sopra (ma questo aspetto non è responsabilità dell’organizzazione). L’apparente irrisolvibilità del fenomeno code (non solo per entrare) pare esemplificata dalle dichiarazioni dell’assessore alla sicurezza di Lucca che, a detta dell’edizione lucchese de Il Tirreno, parlerebbe di “organizzarsi per offrire ai visitatori di Lucca Comics generi di conforto – acqua, tè e altre bevande calde – in particolare nei momenti di più alta tensione, per stemperare lo stress delle file”. I disagi ci sono stati, sono stati molti e anche la stampa locale solitamente molto ‘allineata’ ha segnaalto puntualmente questi problemi, problemi che devono aver preoccupato (giustamente) anche i vertici organizzativi  di Lucca Comics & Games che si sono affrettati a promettere “mosse rivoluzionarie” per l’edizione 2015. Sono state ventilate varie possibilità quali il numero chiuso di ingressi (analogamente a quanto accade nelle manifestazioni di San Diego e New York, le più simili a Lucca Ciomics & Games e le più grandi degli Stati Uniti), la creazione di ‘corsie preferenziali’ per chi ha il biglietto onde agevolarlo negli spostamento rispetto a chi è semplicemente in città, un ulteriore allargamento ad altre piazze della città, la promessa delle ferrovie dello stato di “fare meglio”. Purtroppo alcune di queste soluzioni non sembrano in grado di alleviare il problema, soprattutto a fronte del desiderio di chi organizza (e del Comune e dei commercianti ed esercenti di Lucca) di attirare il maggiore numero di persone possibile che si scontra con le risorse a disposizione, già evidentemente insufficienti e che entrano in crisi acuta a causa del cattivo tempo. Una situazione che sembra avere sempre di più il carattere della cronicità, dal momento che di questi problemi si parla da almeno un decennio, molte soluzioni sono state promesse, molti tentativi lodevolmente effettuati ma ogni anno la situazione si ripete (reportage di Ciro Alessandro Sacco).