Domenica si è chiusa la cinquantunesima edizione di Lucca Comics & Games, ormai l’evento leader nel campo della ‘pop culture’ e ‘geek culture’ non solo in Italia ma in Europa e nel mondo. LC&G è ormai lontana dalle sue origini come manifestazione prima sul fumetto e poi sui giochi, ma ha saputo conquistare un pubblico (ed espositori) sempre più grande, con molta soddisfazione (ad esempio) degli operatori economici della città e della provincia (e oltre). L’edizione 2017 si è chiusa con 243mila biglietti staccati, 28mila biglietti in meno rispetto all’edizione 2016 (ma 23mila biglietti in più rispetto al 2015) ma malgrado il calo superiore al 10% le potenti Confesercenti e Confcommercio locali si dichiarano soddisfatte (scrive Lucca in Diretta e scrive lo Schermo), una presa di posizione che deve certo sollevare da possibili preoccupazioni gli organizzatori e il Comune di Lucca (sempre sensibili alle pressioni e alle opinioni degli esercenti). Tuttavia, scrive l’edizione di Lucca del quotidiano Il Tirreno, ci sono stati alcuni malumori fra i commercianti, specie tra quelli che difficilmente traggono un beneficio dalla presenza dei visitatori.

La pioggia purtroppo non ha risparmiato la manifestazione, specie nella importantissima giornata domenicale, maltempo che probabilmente spiega il calo di presenze paganti. Va però ricordato nuovamente che in occasione di LC&G si assiste anche a un grande afflusso di pubblico che non paga alcun biglietto ma comunque fruisce delle (sempre più numerose) attrazioni offerte dalla fiera (direttamente o indirettamente, grazie a sponsor ed espositori di grande rilievo): si possono solo fare stime sul numero di visitatori non paganti, ma sono certamente numeri di assoluto rilievo (Lucca in Diretta scrive addirittura di mezzo milione complessivo). Governare un simile afflusso di pubblico, pagante e non pagante, sarebbe una sfida per qualsiasi città e Lucca non fa eccezioni, anche se negli ultimi anni (finalmente) si registra uno sforzo di gestire il fenomeno di concerto con istituzioni e volontariato che sembra dare frutti molto positivi (ad esempio l’istituzione dei percorsi pedonali obbligatori). Tra i punti che restano dolenti, inevitabilmente, le code, soprattutto per chi acquista il biglietto in loco e non anticipatamente, situazione che ha creato importanti disagi soprattutto venerdì e che l’organizzazione ha cercato (tempestivamente) di risolvere aprendo nuove biglietterie sabato.

E’ chiaramente impossibile giudicare l’opinione del pubblico ‘medio’, ammesso esista una categoria di questo genere, ma tra le criticità di cui si è parlato le code restano assai saldamente al primo posto, seguite dalla difficoltà di parcheggiare (e dalle multe dei vigili, spesso ritenute ‘ingiuste’) e dall’enorme affollamento della giornata di sabato (arrivata a 72mila biglietti più il pubblico non pagante) che ha portato alcuni a camminare sopra il parapetto delle mura. Ma nel complesso la macchina organizzativa ha funzionato in modo più che soddisfacente e particolari problemi non sembrano essersi verificati. Ancora una volta il padiglione Carducci, cuore pulsante dei Games, ha dato l’impressione di una vivibilità decisamente molto migliore di altri padiglioni (ad esempio il padiglione Editori di Fumetti di piazza Napoleone). E non va taciuta anche la presenza dell’ex direttore, Emanuele Vietina, tornato dalla Gran Bretagna per l’occasione, probabilmente per vedere l’esito di un’edizione a cui aveva lavorato fino all’ultimo e della quale può andare soddisfatto.