Terzo incontro a cui abbiamo presenziato nella giornata di venerdì è stato dedicato al Gioco Inedito e ai side award del Best of Show, il primo dei due immune (almeno parrebbe) dalle polemiche che hanno circondato anche quest’anno il BoS con editori che accusavano la giuria di aver ‘tirato i dadi’ pr scegliere side award e nomination. Durante la prima parte dell’incontro oltre a presentare i sei semifinalisti e i tre finalisti è stato chiesto a Leo Colovini quali fossero le prcipali differenze tra il suo Premio Archimede e il Miglior Gioco Inedito (rarissimo premio lucchese dal nome italiano e non inglese): Colovini ha risposto che “non diamo limiti così stretti”, ha espresso la sua soddisfazione per aver dovuto provare “tre giochi e non centoquaranta” e affermato che “malgrado i rigidi limiti gli autori sono riusciti a tirare fuori qualcosa di interessante”). Emanuele Vietina ha anche rimarcato l’importanza delle sinergie tra iniziative simili e espresso il parere  che questo è un paese che “vive con divisioni capziose” (forse in riferimento alle discussioni relative sia al BoS che all’incontro per operatori previsto per domani). A seguire c’è stato l’incontro con la giuria uscente del BoS (a eccezione dell’inossidabile Fabrizio Paoli) che ha annunciato i side award e le nomination e risposto ad alcune domande. Tra i passaggi che sono stati più significativi Luca Giuliano ha detto di aver notato “effervescenza nei giochi di ruolo e una qualità rilevante negli stessi” ma anche rimarcato che tale effervescenza “durerà solo se porterà a un allargamento…” con un invito ad editori, operatori ed associazioni di appassionati a darsi da fare. Duccio Vitale e Paola Mogliotti hanno concordato nell’affermare che la qualità media delle proposte del gioco da tavolo si è molto alzata (“il gioco italiano è a livello europeo, le differenze non si vedono quasi più” ha detto Vitale mentre la Mogliotti ha rimarcato che “è stata una scelta molto difficile”) mentre Fabrizio Paoli ha rimarcato che il numero dei giochi è “schizzato verso l’alto” e si è anche interrogato se “tale prodizione abbia un mercato” (a fronte di una ottantina di titoli sottoposti alla giuria). Tutti i giurati sono stati concordi nel ritenere che maggiore penetrazione e visibilità del premio si potrebbero oittenere da un maggiore impegno degli editori nel promuovere i riconoscimenti ottenuti (impresa che potrebbe essere più complessa del previsto visto che alcuni hanno già espresso la propensione a non iscrivere più i loro prodotti al BoS). Luca Giuliano ha anche rimarcato la mancanza di una vera “stampa di settore in Italia dopo Pergioco e Giochi Magazine” e suggerito che forse applicazioni per lettori come quelli Apple e Amazon potrbbero essere una strada da percorrere per agganciare il pubblico. E’ stata anche formulata una domanda relativamente alla possibilità per un editore con più etichette di iscrivere al BoS un numro di giochi superiore a quello indicato dal regolamento (tre per categoria). Fabrizio Paoli ha detto che per quest’anno la giuria si è mossa sulla base delle etichette, facendo riferimento esplicito a Giochi Uniti che ha partecipato con i marchi Stratelibri e Stupor Mundi in quanto editore che ha almeno il “50% delle uscite del mercato italiano” ma annunciando che la questione sarà certo discussa dalla nuova giuria e che “ci sarà qualche limitazione” . Lasciando le questioni procedurali, è stato anche chiesto se esista una via italiana al gioco e Duccio Vitale ha fatto un paragone con i giochi tedeschi che sono quasi sempre “molto normali” mentre in Italia “si seguono molte vie diverse” anche se la piccolezza del mercato nostrano “non favorisce gli editori minori e i tentativi più sperimentali”. A concludere, un giro di commenti sull’esperienza in giuria con dichiarazioni che potrebbero alimentare ancora il fuoco delle discussioni: Luca Giuliano ha detto che “la giuria non può provare i giochi” e che in giuria “bisogna decidere che cosa spingere” mentre Paola Mogliotti ha detto di essere arrivati “in alcuni casi molto preparata” (probabilmente per i giochi usciti prima in edizione originale o già sul mercato anche in versione italiana) mentre per gli altri “ho letto il regolamento e cercato di immaginare come sarebbe stato il gioco”. Tutti hanno sottolineato comunque la necessità di liberarsi da pregiudizi e preconcetti e l’utilità della discussione e del confronto tra giurati, soprattutto di persona. Un incontro molto interessante.