Emanuele Vietina

Una anteprima dello speciale Lucca Games di DM Magazine, in uscita a dicembre.

1.      Le tre cose di cui sei più soddisfatto e le tre cose di cui sei meno soddisfatto dell’edizione 2013 di Lucca Comics & Games?

Innanzitutto salve a tutti. Grazie per la consueta intervista, entriamo subito nel vivo con questa specie di pistola alla tempia!

Le tre cose che mi hanno soddisfatto di più:

–          La risposta del pubblico agli eventi proposti (incontri, mostre anteprime)

–          La grande civiltà e l’entusiasmo del popolo di Lucca Comics & Games.

–          E la grande allegria, disponibilità e professionalità con cui lo staff, dai più anziani della crew ai più giovani hanno affrontato la sfida della quattro giorni. Mai come quest’anno ci sono arrivate, da pubblico e aziende attestati di stima per il gruppo di lavoro sul campo.

Lasciamo aggiungere che la tenuta tecnica delle forniture strumentali del padiglione games (soprattutto elettrico e connettività) quest’anno non ci ha dato alcun problema, anche questo è un bel risultato.

Le tre cose che mi hanno soddisfatto meno.

–          La completezza delle informazioni che abbiamo fornito sul sito. Siamo arrivati lunghi con planimetria, elenco espositori, e concorsi e tornei Games (tre cose non da poco).

–          Sistema dei parcheggi scambiatori, deve migliorare.

–          Atteggiamento di parte degli esercenti lucchesi che hanno approfittato della festa aumentando i prezzi

 2.      Il grande successo della fiera però come sempre ha portato disagi, soprattutto in termini di viabilità (perfino pedonale) e parcheggi. Ancora una volta la città sembra essere decisamente inadeguata di fronte a un assalto di 200mila visitatori… Anche la chiusura del sottopasso della stazione sembra aver destato un certo malumore visto che si richiedeva un percorso di almeno mezzo chilometro tra i binari 1-4 e i binari 5-6). Cosa non ha funzionato?

Sulla chiusura del sottopasso non ci sono opinioni concordi. Ci sono state delle lamentele, ma è stato anche apprezzata l’idea di gestire un flusso su rotaia che nei giorni della manifestazione è dieci volte superiore ai punti di picco turistico.

“La città è inadeguata a un flusso di 200mila visitatori”: può essere. In taluni momenti la concentrazione del pubblico ci fa pensare. Stiamo lavorando su un maggior impiego della città, salvaguardando però l’investimento degli espositori e le funzionalità fieristiche.

Lucca vive il dualismo, evento di massa salone fieristico. Come salone dovresti tenere tutto concentrato. Come evento dovresti allargarti su un perimetro quanto più ampio possibile.

Sappiamo che il successo di questa manifestazione è dovuto in larga parte all’impiego del centro storico, ma sappiamo anche che questo può creare dei disagi: Vanno gestiti, e noi organizzazione siamo solo una parte del meccanismo che ormai coinvolge centralmente le funzioni direttive di Trenitalia, Questura, Prefettura e ovviamente il sistema del Comune che viene interessato dalla manifestazione. Siamo al lavoro per il 2014 per trovare l’alchimia con senso di responsabilità e di mediazione tra i vari interessi dalla città, ai visitatori, agli editori e espositori.

 3.      Il padiglione dei Games, il Carducci, è stato confermato da molti osservatori e commentatori come il punto nevralgico dell’evento, ricco di attività e movimento anche a fine fiera mentre altri padiglioni  (Comics soprattutto) smobilitavano. Dal momento che tu hai seguito la lunga crescita dei Games e il loro progressivo allargarsi al videogioco e all’editoria di genere, deve essere una bella soddisfazione. Fino a quando però il gioco, il videogioco e la narrativa potranno però convivere in una sola sede? Avete preso in esame l’ipotesi di  dividere tutto in padiglioni più piccoli, ma specifici, anche alla luce delle richieste delle associazioni di commercianti di ‘allargare’ l’evento ad altre piazze e zone della città?

Sicuramente è motivo di soddisfazione. Alcune aziende delle principali aziende dle videogioco, Sony, Nintendo e Ubisoft, ma anche il trio della grande editoria Mondadori, RCS, e GeMS, hanno trovato una perfetta collocazione e hanno saputo interpretare il nostro evento al meglio. La suddivisione di Lucca Games in tre aree in qualche modo anticipa un potenziale  sviluppo in tre aree, abbiamo anche un piano per il 2015 in questo senso. Dobbiamo verificarlo con l’amministrazione comunale e soprattutto capire se questa formula non intaccherà la logica crossmediale e di collaborazione tra le frazioni editoriali. Come ala precedente domanda. Dobbiamo cercare di riarticolare la manifestazione per accogliere i grandi flussi in modo che queste revisioni spaziali non vadano a detrimento della qualità e dell’offerta al fan e all’editoria.

4.      In alternativa, si legge nella stampa locale che continua la ricerca di una possibile sede unica per il padiglione Games che permetta di abbandonare il campo Balilla di fronte alle mura e forse l’uso delle stesse mura, scelta che non ha mancato di suscitare discussioni e perfino polemiche con politici, istituzioni e associazioni. Quale la possibilità concreta che i Games traslochino in altra sede e quale potrebbe essere, alla luce delle vicende che hanno colpito (anche a livello giudiziario) i progetti di recupero di aree industriali dismesse?

Per le informazioni in mio possesso i progetti inerenti alle aree industriali dismesse non sono concreti. Avevamo studiato una soluzione di dislocamento del Games, sempre lungo il perimetro delle Mura,  nella zona Nord. Questo avrebbe controbilanciato il peso dei padiglioni sud dedicati al Comics e soprattutto permesso di riarticolare operazioni ancillari in tutto l’arco est-ovest della zona settentrionale del centro storico. Questo era legato alla possibilità di recupero dell’Ex Vivaio Testi e dell’utilizzo dello stabile (a fini strumentali e di servizio) definito Carlo Del Prete. Noi vediamo di buon occhio questa soluzione, ma i tempi di realizzazione non sono chiari né certi.

 5.      Una zona che a mio parere è di particolare criticità è il Japan Palace, ospitato nel Real Collegio: nella giornata di sabato la folla che premeva per entrare era davvero immensa, tale da riempire tutta la piazza e oltre. Sembra la ricetta per una situazione ad alto rischio nella quale sarebbe difficile intervenire. Non sarebbe possibile spostarlo in una sede più ampia?

Non ho una funzione esecutiva sul Japan Palace, ma a oggi siamo alla ricerca di una soluzione, sempre nell’arco settentrionale del Centro Storico per spazi più ampi e adeguati alla sezione.

6.      Sempre a livello locale si sono levate voci che chiedono ‘eventi’ tutto l’anno. Pensi che in prospettiva, anche per ‘decongestionare’ l’evento di ottobre, si possa tornare a una formula semestrale per Lucca Comics & Games o magari alla creazione di appuntamenti più piccoli e mirati?

Non credo. Lucca Comics & Games ha un portato, legato a grandi eventi, alla presenza di grandi aziende, quell’evento non è replicabile e non è sensato replicarlo. Potremmo fare eventi collaterali legati ad alcuni ambiti. Che ne so, a volte si è parlato dell’antiquariato del fumetto, altre del Ruolo dal Vivo, a volte ancora di liason con grandi gruppi editoriali per eventi monografici. In ogni caso non credo che questi eventi aiuterebbero a spalmare il pubblico. Sicuramente connetterebbe di più e meglio la città come polo attrattivo in questo universo e sicuramente sarebbero degli stimoli importanti per il turismo e l’economia del distretto.

7.      E’ sempre la stampa locale a stigmatizzare episodi circoscritti ma non troppo di tentativi di sfruttare la massa dei visitatori con prezzi ‘mirati’ più che altro a svuotare loro le tasche: ricordo in pieno centro un temporary store che chiedeva ben dieci euro per un servizio guardaroba e dieci euro a pezzo. Ovviamente la manifestazione non ha autorità per intervenire, tuttavia questi episodi non fanno bene all’immagine della città…

Quando ho scritto le tre cose che non mi erano piaciute non avevo letto la tua settima domanda. Ahimé, queste cose succedono in corrispondenza dei grandi eventi, degli anni giubilari e succedono anche durante Lucca Comics & Games. Come organizzazione non abbiamo mai osteggiato l’avvento dei temporary shop perché non crediamo che intacchino il nostro business espositivo e che possano essere una nota unica dello scenario lucchese rispetto agli eventi di settore. Certo che se poi diventano occasione di ‘aggressione’ al visitatore la cosa di venta spiacevole. Noi facciamo pressione sulle categorie perché invitino gli iscritti, i commercianti residenti a non aumentare le tariffe, sui temporary shop eserciteremo pressione sull’amministrazione in modo che fornisca un regolamento. Sul guardaroba dovremo evidentemente gestire il fenomeno e fornire un servizio a prezzi ragionevoli.

8.      Gioco dell’Anno e soprattutto Gioco di Ruolo dell’Anno. Avete scelto di effettuare, per usare una definizione celebre nel mondo della televisione e del cinema, una sorta di reboot trasformando il vecchio (e discusso) Best of Show in un nuovo premio che (inevitabilmente) appena nato ha già fatto proprio discutere appassionati e non solo. In particolare, il Gioco di Ruolo dell’Anno ha visto la partecipazione di due soli editori (Giochi Uniti e Narrattiva) e un giurato si è trovato accusato di un possibile conflitto di interessi avendo collaborato con uno degli editori. Cosa rispondi a chi critica il premio?

 Gioco & Gioco di Ruolo dell’Anno. E’ stato sicuramente uno degli sforzi maggiori dell’organizzazione quest’anno. E continuerà a esserlo. Come scritto, verbalizzato e comunicato Lucca Comics & Games lo fa con l’intento di dare un servizio al settore. E con il settore o con chi lo rappresenta a Lucca abbiamo cercato di studiarlo. I risultati dovremo valutarli in un triennio. Sicuramente vogliamo andare avanti in questo modo. Un premio sempre più nazionale e sempre meno ‘festivaliero’. Una giuria permanente che dia continuità di giudizio. Una giuria di ‘comunicatori’. Per il Gioco dell’Anno diciamo che siamo riusciti ad allinearci sulle volontà degli editori e i risultati sembrano confermare le intenzioni. Alle manifestazioni che ce lo chiederanno proveremo a inviare il kit di promozione del titolo e verificheremo se l’editore è interessato ad avere spazi demo messi a disposizione dagli organizzatori.

Gioco di Ruolo dell’Anno. Su questo fronte dobbiamo decisamente migliorare e fare sincronia. Rapidamente sul giurato con conflitto d’interessi. Non credo che Andrea Vigiak sia il problema. L’abbiamo scelto perché in questi anni il suo contributo in termini consultivi e operativi era stato apprezzato, rappresenta bene il mondo associativo e ci convinceva molto in un quadro di conflitto d’interessi che ci sembrava marginale. Valuteremo assieme quanto la questione è scottante.

Iscritti. Quando abbiamo discusso con gli editori la revisione (che tu chiami reboot, vittima del globish!? ^_^) con gli editori avevamo anche una rappresentanza di editori del gioco di ruolo (Giochi Uniti, Narrativa, Wild Boar, Asterion e Red Glove che stavano uscendo dal settore e, in remoto, Raven e Wyrd) e all’epoca sembrava che le dinamiche ‘tedesche’ che andavamo elaborando per il Gioco dell’Anno funzionassero anche per il Gidierre. Direi che non è stato così.

Mi ripeto: l’intenzione è quella di rendere sempre più autonoma la Giuria, vera rappresentate del premio e di rendere Lucca Comics & Games sempre più SOLO l’ente strumentale che sostiene il progetto. Speriamo che la cosa sia apprezzata e aiuti a crescere la comunicazione di settore.

In questo senso dobbiamo come organizzazione dare il migliore degli avviamenti possibili e lasciare che il premio viaggi da solo. Sul Gioco di Ruolo c’è ancora da lavorare. Come ho già detto in sede di conferenza in Sala Ingellis (ben frequentata quest’anno) io sono stato il primo sostenitore di un riconoscimento del Gioco di Ruolo perché questa dimensione editoriale a un suo peso nella storia di Lucca e Lucca continua ad avere una sua centralità nella produzione di un’editoria che benché in contrazione sviluppa un quadro di novità per la manifestazione che va abbondantemente in doppia cifra.

Questa produzione non è stata rappresentata nelle iscrizioni al premio per svariati motivi. Evidentemente la finestra temporale giugno, giugno non è utile. Forse era meglio la finestra che corrispondeva con le uscite di Lucca. Ovviamente qualora si cambiasse la finestra dovrebbe essere rivista anche la modalità di analisi preventiva del prodotto da parte del giurato. Perché vogliamo oltre alla trasparenza dare evidenza di un’attenta e curata valutazione.

Insomma noi ci teniamo al premio del Gioco di Ruolo. Con Fabrizio Paoli stiamo facendo attente valutazioni, da appassionati, organizzatori e operatori del settore. Proporremo alcune modifiche di regolamento alla giuria. Cercheremo di comunicarle ai siti e ai forum d’opinione, e se saremo stati bravi per novembre dell’anno prossimo avremo costruito un impianto che permetterà di lavorare alla giuria in completa autonomia… gestendo autonomamente le inevitabili polemiche! Sennò che premio sarebbe?

 9.      DM Magazine è una rivista che si occupa soprattutto di giochi vintage e quindi siamo rimasti molto contenti per la presenza di Bruce Heard oltre che per quella continuativa di Joe Dever. La presenza di Bruce Heard ci è parsa un efficacissimo contraltare alle accuse rivolte a Lucca Games di essere diventata troppo ‘commerciale’. In futuro Lucca Comics & Games continuerà a mostrare attenzione ai giochi e agli autori del passato? Altri anniversari incombono…

Ci fa piacere. Bruce Heard e Mystara sono stati uno dei punti più interessanti della manifestazione 2013. L’autore si è dimostrato apprezzatissimo dal pubblico, lui stesso ne è rimasto sorpreso e questo ci fa capire quanto ancora interesse per questi mondi. Sì, l’idea è quella di proseguire su questo solco, ovviamente dipenderà dal progetto: autore e percorso culturale. Con Heard abbiamo trovato questo binomio dobbiamo capire se in futuro avremo delle proposte di tale validità e incidenza sul pubblico. Una mezza ‘eroica’ idea comunque sul piatto c’è…

All’accusa di essere commerciali… secondo me tutte le accuse sono lecite perché è il pensiero di un recensore, di un appassionato di un visitatore. A me personalmente che provo a dirigere lo sviluppo del programma culturale così non sembra. Attività come il gioco del’anno, il gioco inedito, il prototype review corner, l’area performance sono tutti servizi e attività che facciamo per vocazione e non per interesse. Gli autori e gli scrittori che invitiamo proviamo a leggerli nel quadro nel movimento ma anche in uno scenario di valutazione della loro opera. Poi ovviamente crescendo il salone, aumentando il numero dei grandi editori e la loro volontà di portare autori (vivaiddio!) ci sono più ospiti legati alle uscite ma questo credo sia solo un plus… altrimenti avremmo sempre solo i tre tradizionali Ospiti d’Onore!

 10.  Per chiudere, hai qualcosa da dire ai nostri lettori?

Visto che ho usato pochi termini inglesi… di cui vengo troppo spesso accusato, direi che potremmo lasciarci con keep on dreaming, keep on gaming!